I 150 anni dell’Unità d’Italia in tv sembrano proprio sfigatissimi!

Ho visto distrattamente il gran galà televisivo presentato da Bruno Vespa e Pippo Baudo per festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia: un varietà come mille altri senza sussulti e con i conduttori che sgomitavano per rubarsi la parola e stare al centro della scena. L’unico momento degno di nota è stato l’intervento del presidente della Repubblica, un Giorgio Napolitano insolitamente grintoso e spavaldo, che ha dato un po’ di verve a una serata altrimenti piuttosto moscia.

Il momento in un certo senso più significativo e forse rappresentativo del paese reale è scoccato verso la mezzanotte, quando da Roma una imbranatissima Manuela Arcuri si metteva a leggere dalla cartella per fare due domande due al ministro della difesa e al sindaco di Roma. Davvero, sembra che il massimo a cui l’attrice possa aspirare siano le pubblicità di Alfonso Luigi Marra, e se non avesse le tette probabilmente non gli farebbero fare neppure quelle. Insomma, l’antimeritocrazia per eccellenza.

In più, quando Ignazio La Russa e Gianni Alemanno salgono sul palco a pronunciare le loro frasette retoriche piovono una valanga di “buu” e di fischi, a sottolineare il distacco abissale che si sta determinando tra la classe politica del bunga bunga e di affittopoli e il popolo, come si suole chiamarlo in queste circostanze.

Infine, degna conclusione della serata, partono i fuochi d’artificio: i più poveri e sfigati che abbia mai visto, roba da sagra di campagna, davvero imbarazzanti. Ma ancora una volta tutto ha un senso: siamo un Paese in bolletta, con un debito pubblico astronomico, e la sobrietà dello spettacolo pirotecnico bene si adattava alla situazione. Insomma, alla fine la celebrazione è stata involontariamente – questo è il peggio – rappresentativa del nostro declino; in vista dei prossimi compleanni sarà bene darsi una mossa.

(Nella foto: Manuela Arcuri, fonte: davidemaggio.it).

Scritto da Style24.it Unit

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