Chi era Frida Kahlo: tutto sulla mitica pittrice messicana

L'eccezionale storia della pittrice sudamericana Frida Kahlo, oggi ritenuta un simbolo di avanguardia e femminismo.

Indimenticata pittrice sudamericana, le cui forti vicende personali, tra cui la spina bifida e un grave incidente a soli 18 anni, hanno fortemente influito nella sua arte. Ecco chi era Frida Kahlo, prima donna latinoamericana comparsa su un francobollo degli Stati Uniti e simbolo della pittura femminista novecentesca insieme a Tamara de Lempicka.

Chi era Frida Kahlo: la vita

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nacque il 6 luglio 1907 da genitori ebrei tedeschi emigrati in Messico. Era solita dire di essere nata ne 1910, figlia della rivoluzione messicana scoppiata in quell’anno. Alla nascita la Kahlo era affetta da spina bifida, scambiata da chi la circondava per poliomelite, dato che la anche la sorella ne soffriva. Sin dall’adolescenza manifestò un interesse verso il mondo artistico, ma nel 1922 si iscrisse a una suola per diventare medico, dove iniziò a dipingere per gioco i ritratti dei suoi compagni di corso.

Il 17 settembre 1925 un evento terribile sconvolse la sua vita e a seguito di un incidente restò costretta a letto per anni e si dedicò all’arte. Proprio in questo periodo conobbe il pittore Diego Rivera, che divenne suo marito e la inserì nella scena politica messicana. La Kahlo divenne così attivista del Partito Comunista Messicano a cui si iscrisse nel 1928. Successivamente insieme al marito andò per lavoro negli Stati Uniti e ritornò in Messico a seguito di un aborto spontaneo.

La Kahlo divorziò dal marito dopo che lui la tradì con la sorella, per poi risposarlo ancora nel 1940. Ebbe moltissimi amanti sia donne che uomini, tra cui il poeta André Breton e il rivoluzionario russo Lev Trockij. Nel 1953 fu firmataria insieme a Pablo Picasso, Simone de Beauvoir e altri personaggi illustri, della richiesta di grazia per i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio.

Nell’agosto dello stesso anno per gangrena le fu amputata la gamba destra, morì poi per embolia polmonare nel 1954.

L’incidente del 1925 e le conseguenze

Il 17 settembre 1925, l’autobus su cui Frida Kahlo viaggiava ebbe un incidente e le conseguenze per lei furono devastanti: le si spezzò la colonna vertebrale, si frantumò il collo del femore e le costole, il passamano del pullman le trafisse il fianco sinistro e si spezzò l’osso pelvico. Dopo 32 interventi chirurgici in ospedale, fu costretta a restare a riposo nel letto di casa per anni.

La condizione di allettata la indirizzò verso la lettura di opere comuniste e verso la pittura. Il suo primo soggetto fu il suo piede che usciva dalle lenzuola. Per sostenere la passione artistica, i genitori della Kahlo comprarono un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto in modo che si potesse osservare. Nacque così la lunga serie di autoritratti. Dopo che le fu rimosso il gesso, Frida riprese a camminare, ma con dolori lancinanti che si portò appresso per tutta la vita. L’incidente fu l’evento che più caratterizzò la vita della pittrice e di esso emerge qualche caratteristica in ogni opera artistica.

Caratteristiche artistiche

Nelle opere di Frida Kahlo emergono assiduamente gli aspetti drammatici della sua vita, in primis l’incidente del 1925. Al contempo però usò l’arte per far conoscere e difendere il folclore messicano. L’artista rifiutò sempre l’etichetta di surrealista, sebbene sapesse che con questo appellativo avrebbe avuto l’approvazione della critica.

Gli elementi sempre presenti nei suoi quadri sono l’erotismo, l’accento sul dolore, l’utilizzo di figure ibride, ma nonostante ciò la sua visione era ben differente da quella promossa dal surrealismo. La sua immaginazione non era infatti un modo per entrare nel subconscio, ma piuttosto un racconto della sua realtà e della sua vita, vista in chiave simbolista.

L’influenza che l’arte e la figura della Kahlo lasciarono nelle generazione successive furono immense. Fu infatti la prima sudamericana a essere raffigurata su un francobollo degli Stati Uniti nel 1981.

Scritto da Chiara Caporale

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