Festival Cinema Venezia 2012: E’ stato il figlio, recensione del film di Daniele Ciprì

Liberamente tratto dal romanzo di Roberto Alajmo, E’ stato il figlio è l’esordio alla regia da “solista” del siciliano Daniele Ciprì, dopo la collaborazione ventennale con il conterraneo Franco Maresco.

Regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore, Ciprì sbarca al Lido con un lavoro dallo stile riconoscibilissimo, che restituisce l’immagine di un Paese profondamente intriso di un folclore (in Italia sinonimo di politica, cultura e vita sociale) prepotente al punto da divenire grottesco, macchiettistico, surreale.

Il cinema è immagine” – sostiene con risolutezza il regista (autore, tra l’altro, della fotografia de La bella addormentata, il film di Bellocchio in concorso a Venezia) – “Ha ragione Garrone: l’Italia è diventata un immenso tubo catodico. Affluiscono immagini su immagini. Manipolabili, convertibili, rintracciabili da chiunque. All’apice del suo dominio tecnico l’immagine perde definizione e vive in balia dei capricci degli utenti“.

Proprio dal valore dell’immagine riparte Ciprì, che sullo sfondo di un “mare di rottami” racchiuso nel profilo tondo di un tubo in un cantiere, staglia i profili trasandati del vecchio nonno Fonzio (Benedetto Raneli) e del ventenne Tancredi (Fabrizio Falco).

Il nonno racconta allo “strano nipote” la leggenda di Colapesce, il ragazzo che sacrificò se stesso per tenere a galla l’isola siciliana.

L’intero film si costruisce sulle maglie del racconto che, tuttavia, da storia leggendaria di puro e semplice folclore, si trasforma in un illusorio mito di successo economico fatto di simboli, promulgato dalla società contemporanea, che precipiterà in un grottesco dramma del sacrificio.

La stora è raccontata attraverso flashback da Busu (Alfredo Castro), un uomo che in cambio di pochi spiccioli fa la coda in un ufficio postale per pagare le bollette altrui.

La famiglia Ciraulo abita nella periferia di Palermo. Nicola (Toni Servillo), il padre, si arrabatta per mantenere tutti rivendendo il ferro delle navi in disarmo. La loro vita anche in questa realtà molto dura, è serena. Un giorno un proiettile vagante, destinato a un regolamento di conti, colpisce a morte la figlia più piccola. La disperazione è incommensurabile, ma si apre uno spiraglio di speranza per un cambiamento economico quando Giacalone, il vicino di casa, suggerisce a Nicola di chiedere un risarcimento per le vittime di mafia allo Stato.

Dopo varie peripezie viene concordata la somma e sperando di ottenere a breve il denaro, la famiglia comincia a spendere prima di incassare, indebitandosi con tutti. Nicola cade nelle mani di un usuraio, amico di Giacalone. Quando finalmente i soldi arrivano, una volta pagati i debiti, l’importo iniziale si è ridotto e tutta la famiglia deve decidere come investire la somma rimasta.

Ogni proposta viene puntualmente smontata da Nicola che solo alla fine palesa la sua idea: comperare una Mercedes, una macchina simbolo di ricchezza, unico vero riscatto dalla miseria agli occhi della gente. 

Tale status symbol diventerà per i Ciraulo il “simbolo della Miseria della Ricchezza”, strumento di sconfitta e di rovina.

Primi piani drammaticamente espressivi, maschere tragiche, simmetrie che non alludono alla razionalità perchè deturpate da elementi ricercatamente appartenenti alle sfere del brutto e del disarmonico concorrono, con le ottime interpretazioni dei protagonisti, alla piena riuscita del film.

Farò di tutto, se è necessario pure calarmi le braghe, perchè lo vedano in sala. E’ venuto proprio bene” – ha dichiarato Ciprì, con ragione.

GUARDA IL TRAILER

LINK UTILI 

Festival Cinema Venezia 2012: Zac Efron sul red carpet per At Any Price, tutte le foto

Festival Cinema Venezia 2012: Paradise: Faith, il film scandalo di quest’anno 

Festival Venezia 2012: il red carpet della Cerimonia di apertura, le foto delle celebrities 

Festival cinema Venezia 2012: i film italiani in corsa al Lido, i trailer  

Festival del Cinema di Venezia 2012 film d’apertura: The Reluctant Fundamentalist di Mira Nair  

Festival del Cinema di Venezia 2012: programma, Barbera illustra le novità della manifestazione 

Festival Venezia 2012: Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino e Matteo Garrone in abiti Armani, foto

Festival Venezia 2012: cerimonia d’apertura all’insegna del glamour. Kasia Smutniak bellissima.

Scritto da Style24.it Unit
Leggi anche