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Elena Giovanella rappresenta il vero significato di umanitarismo.
In qualità di responsabile della Terapia Intensiva al Centro Salam di Cardiochirurgia di Emergency a Khartoum, ha dimostrato un impegno straordinario. Ha scelto di rimanere in Sudan anche dopo l’esplosione del conflitto armato nell’. La sua dedizione verso le persone in difficoltà costituisce un esempio di coraggio e determinazione.
Originaria di Torino, Elena è nata intorno al 1979-1980. Ha conseguito la laurea in medicina e successivamente si è specializzata in anestesia e rianimazione.
Fin dai primi anni della sua carriera, ha dimostrato un forte interesse per il volontariato e le cause umanitarie. Questo impegno l’ha portata a unirsi a Emergency, un’organizzazione fondata nel 1994 da Gino Strada per assistere le vittime di conflitti e mine antiuomo. La sua dedizione l’ha condotta a lavorare in diverse zone di conflitto, dove ha fornito cure mediche gratuite in contesti estremamente difficili.
Dal 2011, Elena opera in Sudan, affrontando sfide significative, tra cui il colpo di stato del 2019 e la guerra civile in corso. Con il conflitto riesploso nel 2025 tra le Forze Armate Sudanesi e le Forze di Supporto Rapido, la decisione di rimanere nel paese, nonostante le condizioni pericolose, evidenzia la sua determinazione e il suo impegno per il lavoro. Durante i bombardamenti e l’intensificarsi della violenza, ha continuato a garantire assistenza medica ai pazienti e al personale locale.
Il Centro Salam, situato a circa 30 km dai principali scontri, è rimasto operativo grazie allo sforzo congiunto di un team composto da sette professionisti italiani e trenta operatori sudanesi. Nonostante la mancanza di acqua ed elettricità, il team ha continuato a fornire assistenza sanitaria. Elena, responsabile del reparto di terapia intensiva, ha contribuito anche alla formazione del personale locale e alla creazione di protocolli per affrontare le emergenze sanitarie.
Elena ha esteso la sua attività oltre il lavoro pratico, pubblicando articoli scientifici sui trattamenti pediatrici per le cardiopatie reumatiche. Ha collaborato a studi sui protocolli anestetici in contesti africani, contribuendo in modo significativo a un’analisi retrospettiva sui protocolli anestetici per pazienti affetti da anemia falciforme sottoposti a interventi chirurgici. Inoltre, ha redatto un report sul trattamento di bambini con patologie cardiache presso il Centro Salam, supportando la missione di Emergency anche nel campo della ricerca.
Elena Giovanella ha scelto di mantenere la propria vita privata lontana dai riflettori. Questa decisione è comune tra gli operatori umanitari, i quali preferiscono concentrare l’attenzione sul loro lavoro piuttosto che sulle questioni personali. Le informazioni disponibili sulla sua vita privata sono limitate, ma emerge chiaramente il suo intenso impegno per le missioni in Africa, che l’hanno tenuta lontana dall’Italia per lunghi periodi.
Nel corso del 2025, Giovanella ha descritto la guerra in Sudan come la situazione più critica mai vissuta, evidenziando l’importanza di mantenere aperte le strutture sanitarie per supportare i malati, in particolare i bambini in condizioni gravi. Le sue parole risuonano forti: “Non avevamo mai visto bombardare le case”, un chiaro richiamo alla realtà tragica che la popolazione sta affrontando.
Elena continua a essere una voce attiva nell’ambito dell’attivismo umanitario, partecipando a eventi e interviste per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla guerra in Sudan.
La sua scelta di rimanere a Khartoum, mentre molti altri fuggivano, rappresenta un simbolo di dedizione e altruismo, incarnando a pieno il motto di Emergency: “Curare, non curarsi”.