Celentano dà il cachet di Sanremo in beneficenza

Adriano Celentano devolverà il compenso sanremese di 750mila euro in beneficenza: lode al Molleggiato che spazza via polemiche ipocrite (soprattutto se si considera chi le fa)

Non è facile commentare la vicenda Celentano – Sanremo, con le furiose polemiche sul compenso al cantante (750mila euro per tre apparizioni) e la scelta spiazzante del molleggiato che decide di devolvere l’intera somma in beneficenza, per la cronaca a Emergency e a una serie di famiglie indigenti italiane.

La prima considerazione che viene da fare è che le polemiche sui cachet, guarda caso, si scatenano solo nei confronti di certi artisti: due anni fa era toccato a Benigni, oggi a Celentano; ma di quanto prendono i vari Bonolis, Clerici, Morandi, Luca e Paolo e vallette sculettanti pare non si sia mai preoccupato nessuno. È la solita storia ridicola, da demagogia demenziale alla Sallusti, secondo cui gli artisti impegnati – soprattutto se vagamente riconducibili a un’area culturale di sinistra – devono apparire con le pezze al culo se vogliono risultare credibili. Discorsi ancora più grotteschi se si pensa che a farli sono quasi sempre gli ultrà del libero mercato, i tifosi della rivoluzione liberista e i fan di Marchionne (al quale non hanno mai contestato che guadagna 200 volte in più di un suo operaio).

Ma siccome io sono un bolscevico mangiabambini, come dice celiando il mio amico Paolo Siciliano, non voglio cavarmela dicendo: i prezzi li fa il mercato e quindi non si discutono. Perché il mercato non ha sempre ragione, deve essere corretto e controllato, e alle volte i suoi risultati vanno palesemente contro il buonsenso generale.

Per esempio, 750mila euro per tre esibizioni di mezz’ora è troppo, non va bene, soprattutto in questi tempi di crisi. Lode ad Adriano Celentano che l’ha capito e ha deciso di compiere un gesto che gli fa onore e che, a parte le parole di circostanza, pochissimi avrebbero fatto. Questa delle beneficenza, rispetto ai cachet televisivi troppo alti, mi sembra una bella soluzione: lasciamo fare al mercato nello stabilire i prezzi degli artisti, ma poi correggiamo con un po’ di filantropia alla luce del sole. Così staniamo anche quelli che, con la scusa che la beneficenza si fa ma non si dice, non mollano mai un quattrino!

(Foto: infophoto).

Scritto da Style24.it Unit

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