Striscia di Gaza: la tregua regge, ci sia anche per la stampa ultrà

Finalmente è scattata la tregua tra Hamas e Israele, ora dovremmo estenderla anche alla stampa italiana che, con toni improponibili e deliranti, si mette a tifare per gli uni o per gli altri. Come se si potesse davvero distinguere tra buoni e cattivi

Alcuni anni fa sono stato in Israele e in Palestina, ho imparato a detestare una religiosità ossessiva e invadente, i venditori di immaginette sacre sul Santo Sepolcro, gli ebrei ortodossi e i coloni armati di mitra e figliolanza, gli integralisti islamici e il fanatismo, la destra israeliana e la Tv palestinese che racconta ai bambini quanto è bello fare i kamikaze, il muro e la paura di salire su un autobus. Poi ho visto le associazioni delle vittime israeliane e palestinesi lavorare insieme, i laici di Israele che si battono per la pace, i palestinesi che cercano una via diversa tra le ruberie di Fatah e il fanatismo di Hamas. Ho visto tanto è ho capito una cosa: la cosa più stupida che possiamo fare è quella di metterci sugli spalti a fare le tifoserie. Laggiù le cose sono terribilmente complicate e faremmo bene, per rispetto a israeliani e palestinesi, a cercare di conoscerle prima di giudicarle.

Era da qualche giorno che pensavo di intervenire sul tema, ma ho avuto pudore e prudenza nel farlo, perché non sono un esperto del conflitto israelo-palestinese e conosco quella realtà solo per averne letto sui giornali e nei libri (come peraltro il 99% di quelli che invece si affannano a urlare le loro verità assolute). Oggi mi sono deciso a fare qualche considerazione cominciando con l’intervento di cui sopra, che mi pare eccezionalmente lucido e saggio, e che ho preso dalla pagina Facebook di Ricomincia da te (a proposito, si tratta di una bella iniziativa politica, se volete saperne di più il sito è questo).

Cosa ho da dire sulla questione in un blog che si occupa di comunicazione e media? Parto da un mio disagio, quello di un’informazione – almeno qua in Italia, non so bene nel resto del mondo – che sul conflitto tra Israele e Palestina non riesce mai a prescindere da uno sgradevole tifo da stadio, da una visione manichea che porta le due fazioni in campo, quella filoisraeliana e quella filopalestinese, a giustificare tutto della propria parte e a dipingere l’altra come la quintessenza del male.

Nel nostro Paese, ma credo in generale in Europa, soprattutto nella stampa di sinistra, prevale un atteggiamento filopalestinese. Ora, è evidente che data la sproporzione delle forze in campo – da una parte c’è un esercito moderno, professionale e ben armato come quello israeliano e dall’altra i razzi e i kamikaze di Hamas – viene facile solidarizzare con la condizione dei palestinesi, ma le forzature che dipingono Israele come una sorta di regno del male e che mettono a paragone i suoi soldati con le ss naziste sono del tutto inaccettabili e demenziali.

Qua mi è impossibile ripercorre tutta la lunga spirale di torti e ragioni, pace e guerra che ha caratterizzato negli ultimi decenni il rapporto tra i due popoli, ma una cosa è certa: non possiamo, soprattutto chi dovrebbe fare informazione, metterci a tifare per gli uni o per gli altri sulla base di chi le prende di più, di chi conta più vittime tra le proprie fila. Pensate forse che i fondamentalisti di Hamas, quelli che hanno nel proprio statuto la distruzione dello stato di Israele e che sono finanziati dall’odioso regime iraniano, se avessero le armi dell’esercito ebraico non le userebbero anche con maggiore incoscienza del governo di Gerusalemme? Ieri sera è scattata una tregua, le armi finalmente tacciono. Sarebbe il caso che tacessero anche i seminatori d’odio de noantri.

Altri link:

Gaza esploderà? Figlio fondatore di Hamas diventò spia per Israele

Guerra Israele-Gaza: la propaganda su Twitter

Striscia di Gaza news: la strage degli innocenti per arrivare a un accordo

Scritto da Style24.it Unit

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