Reality di Matteo Garrone uscita: a quattro anni da Gomorra il regista si confessa

È attualmente nella cinquina dei migliori incassi del week end appena trascorso col suo ultimo film, Reality, un’affascinante riflessione sul labile confine tra realtà e illusione, tra coercizione televisiva e perseguimento di un sogno impossibile.

Matteo Garrone, in un’intervista rilasciata a Max, in uscita da domani, rivela quanto sia stato difficile ritornare a lavorare dopo il trionfo strabiliante di Gomorra, la pellicola tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano.  

Un successo che ha rischiato di fargli più male che bene, un po’ come l’ipotetica possibilità di entrare nella casa del GF modifica la vita del pescivendolo Luciano:

Dopo Gomorra mi sembrava che ogni storia non fosse abbastanza forte. e per un anno ho fatto il rappresentante di quel film in giro per il mondo, non parlavo d’altro. Alla fine non sono neppure entrato nella cinquina dei candidati all’Oscar come miglior film straniero”.

Parla anche dei collegamenti che ha intravisto tra i due progetti, e della molla che l’ha spinto ad affrontare un tema molto rischioso, che portava con sé un alto rischio di dire banalità:

Fatte le dovute proporzioni, camorra e televisione sono pericolose uguale. Non siamo più esseri pensanti ma compranti. Non ci accontentiamo più della celebrità ma siamo pronti a rinunciare alla nostra vita per avere un posto in un paradiso che è solo quello televisivo. Viviamo nel paese dei balocchi”.

Garrone ritorna anche sull’ipotesi Fabrizio Corona. Per chi non lo sapesse, il regista in precedenza era intenzionato a sviluppare il film a partire dalla vita e dalla presenza attoriale del paparazzo. L’idea è poi naufragata, forse giustamente:

Diciamo che con Fabrizio è stato un flirt. Di Corona mi affascinava il rapporto tra persona e personaggio: non sarebbe stato un film su di lui, ma lui avrebbe unito storie legate alla cronaca recente. mi sono disamorato perché mi sarei scontrato con immagini ancora troppo presenti nella testa e negli occhi della gente”.

Infine, una rassicurazione per tutti i cinefili. Non dovranno attendere quasi un lustro prima di gustare un altro film recante la sua firma:

Per lavorare ho bisogno di metodo, di disciplina. All’inizio trovare la storia è difficile: deve scattare l’eccitazione, è quasi come con le donne. ma per il mio prossimo lavoro non ho intenzione di aspettare altri quattro anni”.

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Scritto da Style24.it Unit

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