Berlusconi sfugge nuovamente a una sentenza grazie alla prescrizione, ma la sua vicenda umana per fortuna non è più coincidente con quella collettiva del Paese
Ho la sensazione che i media – anche quelli più critici e meno concilianti – stiano raccontando dell’ennesima prescrizione che salva Berlusconi, l’imputato più sfuggente della storia della Repubblica, con una certa stanchezza. Un stanchezza, giustificata dalla storia di un uomo che sembra riuscire a mantenersi perennemente al di sopra della legge, mista però a un rassicurante senso di sollievo: Berlusconi non è più premier, la sua vicenda umana non coincide più con quella collettiva del Paese, non saremmo più costretti a sbranarci tra opposte fazioni sulla sorte giudiziaria di un singolo mentre l’Italia affonda.
Insomma, si respira già aria di Terza Repubblica, giusto l’onorevole Gasparri rispolvera toni da crociata contro i giudici, toni che sanno di vecchio, che appaiono fuori dalla storia ancor prima che insopportabili. Ma l’onorevole Gasparri, come ahimè molti altri, è un prodotto della Seconda Repubblica dello scontro e del derby perpetuo (copyright Paolo Siciliano), e dunque tenterà fino alla fine di riportare indietro le lancette della storia. Il Paese, però, sembra decisamente già avanti.
(Foto: infophoto).



