Penelope Jackson condannata a 18 anni di carcere: aveva ucciso il marito a febbraio

Dopo aver accoltellato e ucciso il marito da lei definito violento, Penelope Jackson è stata condannata a 18 anni di carcere.

La 66enne Penelope Jackson è stata condannata a minim 18 anni di carcere per aver ucciso a coltellate suo marito David, 78 anni, nella loro casa di Parsonage Road nel Somerset. Il giudice Martin Picton ha dichiarato che la donna non ha mostrato “nemmeno n un briciolo di rimorso” per l’omicidio.

Penelope Jackson condannata

I fatti sono avvenuti il 13 febbraio 2021. Secondo quanto ricostruito, la coppia aveva appena fatto una vidochiamata con la figlia e il genero, Isabelle e Tom Potterton, per festeggiare un compleanno (a causa delle restrizioni anti Covid erano impossibilitati a trovarsi fisicamente) quando la donna lo ha colpito per tre volte con un coltello da cucina.

Mr Jackson ha chiamato i soccorsi dopo essere stato ferito ma la moglie gli ha sferzato un altro colpo mentre era al telefono. L’operatrice ha sentito l’ultimo urlo dell’uomo dopo la quarta coltellata e a quel punto Penelope ha preso il telefono affermando “Ho ucciso mio marito, o ci ho provato, perché ne ho abbastanza“.

Secondo quanto emerso, la donna si è poi ripetutamente rifiutata di aiutare la vittima quando l’operatore del 118 le ha chiesto applicare pressione sulle ferite o arginare l’emorragia con un asciugamano. Anzi, al telefono aveva detto ai sanitari “pensavo di prendere il suo cuore ma non ce l’ha“. Jackson avrebbe infine annotato una confessione su un taccuino vicino al telefono e quando è stata arrestata, avrebbe detto: “Ora è omicidio, non tentato omicidio? Oh bene“.

Penelope Jackson condannata per l’omicidio del marito: “Lui era violento”

Penelope ha spiegato di aver ucciso l’uomo perché lui era violento e aveva un controllo coercitivo su di lei. Ha infatti dichiarato di aver perso il controllo dopo anni di abusi fisici ed emotivi sottolineando che l’uomo le impediva di vedere gli amici e decideva persino cosa dovesse guardare in televisione.

Scritto da Debora Faravelli

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