Paolo Villaggio su sardi e pecore toppa (ma anche chi si offende)

Paolo Villaggio rievoca la boutade sui pastori sardi che preferiscono le pecore alle donne e si scatenano le polemiche sull’isola. Ma l’indignazione meriterebbe motivazioni più valide…

Non volevo scriverne, perché la polemica rappresenta un’inezia di cui si può fare tranquillamente a meno di parlare e perché si è subito chiarita con delle scuse e una chiara ritrattazione. Parliamo della querelle nata intorno alla battuta di Paolo Villaggio nella trasmissione Brontolo di Oliviero Beha, dove parlando del calo demografico – e del bassissimo indice di natalità della Sardegna – il comico genovese se n’è uscito con la solita boutade sui pastori che preferiscono le pecore alle donne. Da qua un vespaio di polemiche, con politici e media sardi a soffiare sul fuoco.

Ora, la battuta di Villaggio è vecchia e scema, e sembrerebbe più adatta alla sceneggiatura di un cinepanettone che a una discussione in un talk d’informazione, ma appunto rimane quello che è: una barzelletta volgare che può strappare una risatina, annoiare come la maggior parte delle barzellette o infastidire per la sua trivialità. Tra l’altro, giusto per chiarire, oggi i pastori in Sardegna sono meno del due per cento della popolazione, e spesso sono piccoli imprenditori con uno smartphone in tasca e magari il sito internet dell’azienda da cui vendono i loro prodotti.

Però ecco, davvero non è il caso di farne una questione di stato, con tanto di intervento del governatore Ugo Cappellacci – il quale forse dovrebbe occuparsi di cose più rilevanti delle battute di un vecchio comico. E poi quest’indignazione a comando e quasi obbligata, appena qualcuno osa ironizzare (in modo più o meno felice) sulla propria terra, ha un po’ stancato e sa molto di leghismo di riflesso. O, se si preferisce, di quel localismo tanto di moda in questi anni – come risposta un po’ difensiva e spaurita alla globalizzazione – che si presenta sotto forma di smania conformista all’ostentazione dell’orgoglio regionale, all’attaccamento fiero ma anche un po’ ottuso al campanile. Che porta a mettere sempre in primo piano le divisioni e obbliga a non perdonare l’onta di un’offesa “straniera” al proprio gruppo.

Il tutto poi appare condito anche da una certa dose di ipocrisia, soprattutto nel caso delle filippiche di media e politici. Ma anche molti cittadini comuni non scherzano: prima sorridevo davanti a molti dei miei amici conterranei che su Facebook postano accuse indignate contro Villaggio: credo che ognuno di loro, almeno una volta nella vita, abbia ripetuto la battuta sulle abitudini sessuali dei pastori riferita dal comico genovese, e ne abbia riso. Di alcuni lo so per certo.

(Nella foto in alto Paolo Villaggio, in basso un estratto dall’acclamato film di Salvatore Mereu “Ballo a tre passi”, in cui – nell’episodio dell’amore tra il pastore e la turista – sembra si accenni alle preferenze sessuali oggetto della polemica).

Scritto da Style24.it Unit

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