Negli ultimi sondaggi la sinistra sorpassa Berlusconi, ma si può vincere con Minzolini al Tg1?

Nelle ultime settimane consultare i sondaggi elettorali era diventata quasi una disperazione: Silvio Berlusconi passava da uno scandalo all’altro e da una gaffe all’altra, il governo si dilaniava in lotte intestine interminabili, autocondannandosi alla più sconfortante delle paralisi, ma gli elettori, imperterriti, continuavano a dare le proprie preferenze di voto  al centro-destra e all’Unto dal Signore.

Ora finalmente qualcosa comincia a muoversi e per la prima volta da molto tempo a questa parte, due tra i più autorevoli e affidabili istituti di sondaggi italiani, l’Ipsos di Pagnoncelli e Demos, in una ipotetica competizione elettorale a tre poli (Pd con Di Pietro e Vendola, Casini con Fini e Rutelli, Pdl con la Lega), danno la sinistra vincente, con risultati tra l’altro sorprendentemente simili. La coalizione progressista infatti si assesterebbe intorno al 40-41 % seguita dalla destra berlusconiana che non supererebbe il 39% dei consensi.

La tendenza potrebbe spiegare perché Berlusconi abbia sempre meno voglia di votare, e si stia incollando alla poltrona con impareggiabile caparbietà, e perché parimenti a sinistra si comincino a fare due conti seri sulla possibilità di andare rapidamente alle urne.

Le cose però non sono semplici come appaiono, nel senso che Berlusconi in campagna elettorale si è sempre dimostrato molto abile a turlupinare gli italiani e riconquistare consensi, e soprattutto dispone a tutt’oggi di sei reti televisive, o cinque e mezzo – fate come volete, che gli consentono di gareggiare con il doping.

Su questo l’opposizione deve riflettere attentamente. Un governo tecnico dovrebbe servire non tanto e non solo a far passare una nuova legge elettorale, quanto a cercare di ridimensionare lo strapotere mediatico del Cavaliere, strapotere che oggettivamente – come è accaduto dal 94 ad oggi – falsa la competizione elettorale e inquina la pienezza democratica del voto. Per essere chiari: concorrere contro Berlusconi alle elezioni è come partecipare ai cento metri dando mezza pista di vantaggio all’avversario, quasi una missione impossibile.

Un governo tecnico quindi dovrebbe cimentarsi, prima di tutto, nella fondamentale opera di deberlusconizzazione della Rai, perché una campagna elettorale gestita dal duo Minzolini e Mimun davvero non è accettabile. L’opposizione, forse per la prima volta, sembra vagamente averlo capito, tanto che alla Camera si apprestano ad essere votate delle mozioni sul pluralismo nella tv pubblica, che di fatto suonano come una sfiducia ai vertici Rai, Masi in testa, e al direttore zerbino del Tg1. Quello che ancora nei giorni scorsi nascondeva, in coda al telegiornale, la trascurabile  notizia sulle motivazioni alla sentenza di condanna per Marcello Dell’Utri, descritto dai giudici come il collegamento tra la mafia e il Berlusconi imprenditore.

(Nella foto: Nichi Vendola, secondo tutti i sondaggi il suo partito sarebbe vicinissimo a quota 7%).

Scritto da Style24.it Unit

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