Chi sono gli Incel, fenomeno contemporaneo frutto del disagio sociale

Tentiamo di spiegare un fenomeno contemporaneo ormai molto diffuso e frutto di un profondo disagio sociale. Chi sono gli Incel: origini e definizione.

Partito come un semplice ritrovo nel “cyberspazio”, con l’evoluzione della tecnologia quella degli Incel si è traformata in una vera e propria ideologia da cui a loro volta sono nate branchie decisamente più violente. Ma chi sono gli Incel? Loro stessi tendono a definirsi come “celibi involontari”. Partiamo allora da questa prima definizione.

Chi sono gli Incel

Per capire chi sono gli Incel bisogna fare una prima distinzione necessaria. Il fatto che siano “celibi involontari” infatti, li differenzia da chi più semplicemente si definisce single. Se infatti in questo caso si tratta di una condizione temporanea, per gli Incel si tratta invece di una condizione permanente a cui li ha costretti la società e in particolare le donne che non li ritengono alla loro altezza per intraprendere una relazione. Gli Incel hanno anche identificato quelle che sono le motivazioni di questo rifiuto: i celibi involontari non sarebbero considerati abbastanza belli, ricchi e di successo.

Le origini di questo particolare fenomeno non sono lontane, il che fa degli Incel una sorta di risposta ad una società basata in prevalenza sull’estetica e sulla famosa “attitude”.

incel chi sono

Le origini

“Incel” è un neologismo inglese formato dall’unione delle parole “involuntary” e “celibate” e che, come abbiamo già visto, è traducibile in italiano come celibe involontario. Questo termine fu coniato nel 1993 da una ragazza di nome Alana, studentessa dell’Università di Ottawa grazie alla quale è nato un forum dedicato chiamato proprio “Alana’s involuntary celibacy project”. Uno spazio virtuale nato con le migliori intenzioni, in cui gli utenti potevano dare sfogo alle loro frustrazioni soprattutto in campo amoroso, sostenendo a loro volta chiunque si trovasse nella medesima condizione.

Con il dilagare del fenomeno però, alcuni hanno estremizzato il concetto di Incel, trasformando l’ideologia iniziale, pacifica e finalizzata solo allo “sfogarsi” in vere e proprie manifestazioni di odio e violenza.

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Il primo fu Elliot Rodger

Gli Incel sono divenuti tristemente noti alla cronaca e di conseguenza alla società, nel 2014, anno in cui il giovane Elliot Rodger si rese protagonista di una sparatoria ad Isla Vista, in California. Il ragazzo uccise 6 persone e ne ferì altre 14, prima di porre fine alla sua stessa vita. Ma l’epilogo avrebbe potuto essere di gran lunga peggiore, poiché l’obiettivo originario di Rodger erano le ragazze che facevano parte di una sorellanza all’Università.

Lo stesso giorno Elliot Rodger diffuse su YouTube una sorta di testamento in cui prima di uccidersi, spiegava le motivazioni del suo gesto in quello che è stato da lui definito come “il giorno della vendetta” e diffuse anche un manifesto che riportava tutti gli eventi che dall’infanzia in poi, lo aveva portato a maturare un tale, assurdo, piano. Da quel momento si è sviluppata una branchia marcia degli Incel che non si limitavano a sfogarsi raccontando le proprie frustrazioni, ma vedevano nella donna la principale causa della loro condizione. Eliott Rodger è quindi diventato, post mortem, la figura centrale di un movimento dalle forti connotazioni misogene.

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Una condizione degradante causata dalla società

Quello degli Incel quindi è un fenomeno radicato soprattutto nella società occidentale in cui vengono considerati “veri uomini” solo quelli che hanno successo con le donne. L’uomo che non riesce in questo intento quindi, sarebbe destinato a rimanere solo e tagliato fuori da ogni tipo di rapporto per tutta la vita.

Una condizione davvero degradante non solo per la controparte femminile, vista come mero trofeo e in caso contrario disprezzata, ma anche per gli uomini stessi, costretti ad imitare modelli assurdi di mascolinità per essere considerati “di successo”. Condizione che appunto, con il tempo rischia di far maturare in loro un pericoloso risentimento.

Scritto da Arianna Giago

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