Gianna Nannini e l’anteprima del disco “Io e te”: quando la musica supera il gossip

Il nuovo attesissimo disco di Gianna Nannini, “Io e te”, da cui è già stato estratto il singolo di successo “Ogni tanto” dedicato alla figlia Penelope, uscirà domani a due anni di distanza da Giannadream, campione di incassi con 400 mila copie vendute solo in Italia.

Come avevamo già accennato su Spettacoli, oggi è il giorno del concerto in streaming e in versione 3D della cantante senese in esclusiva per il sito di Vanity Fair (a questo link e disponibile per due mesi), ma è anche il giorno in cui abbiamo avuto la possibilità di assistere ad un incontro stampa+Fans Club al Teatro Puccini di Milano; un’occasione per ascoltare in anteprima tutte le tracce dell’Lp e per uno scambio di battute con la diva rock italiana in assoluto più amata, ascoltata, canticchiata e quant’altro.

Non è stato possibile scattare foto né girare video, quindi non mi resta che raccontarvi questo disco in modalità “unplugged”, soltanto attraverso le parole e soprattutto da profana dal momento in cui per me Gianna Nannini fino a stamattina significava ancora e quasi esclusivamente “America”, “Fotoromanza” e “Bello impossibile”. Oltre a quell’altra faccenda della querelle sulla gravidanza in età “matura”, della pancia esibita sulla copertina dell’album e di alcuni settimanali e della “maternità come marchio di fabbrica“, come ha molto ben sintetizzato Marta Traverso prima di aggiugere un condivisibile e riappacificatorio “Potete giudicarlo bene o male, ma lei ha scelto così“.

Cosa ne pensa, invece, Gianna? Alla domanda di un giornalista che la spronava a dichiarare cosa la faccia sentire più italiana, la Nannini ha risposto ficcante e incisiva con: “le reazioni alla copertina del disco“.

Il disco è bello, confortante e lirico. Bello perché è colmo di passione disperata declinata al femminile, confortante perché pieno zeppo di verbi rassicuranti coniugati al futuro (“vivrò“, “cambierai”, “ti difenderò“, “ci sarò“…) e lirico per l’arrangiamento avvolgente a base di chitarra e archi, che permea quasi tutte le tracce di qualcosa di “altro” a metà tra il sinfonico e il rock.

Per quanto riguarda i testi, la calibrazione di concetti semplici ma importanti quanto la Vita, l’Amore in generale e il Perdono che invadono quasi tutte le strofe, sono dosati e miscelati grazie alla collaborazione con la goth writer Isabella Santacroce e con il cantautore Pacifico in modo tale che il risultato finale non faccia veramente una grinza. Neanche una, e ti trovi ciondolante e con lo sguardo ebete mentre afferri la semplicissima sostanza nascosta in “non dirmi come stai, per ogni offesa e pianto io mi perdono“.

Il risultato saprà perfettamente come rendere felici gli ammiratori della Nannini (che stamattina a furia di grida, applausi e cori hanno definitivamente messo ko i miei timpani) e donerà a tutti una bella sberla di ottimismo che non guasta.

All’inizio sarei stata tentata di sentenziare che, per quanto gradevole, nel complesso “Io e te” è anche una ruffianata pop non indifferente (tutti quei cambi di tono protesi verso il cielo, alcune tracce che son già lì pronte per la hit parade e chi le leva più, la cover di “Volare” e l’omaggio a Modugno oltre all’inossidabile positività che svaligia i botteghini). Invece poi l’ho vista lì nella sua camicia bianca, nel suo completo nero, bella di una bellezza luminosa e accogliente – a dispetto dell’attitudine rock – e soprattutto simpaticissima e concreta. Molto più qui, tra noi, che non verso il cielo a tutti i costi.

Alla fine ho anche capito cosa significa esattamente la frase “God is a woman” che compariva sulla sua maglietta, quella della copertina tanto contestata. Solo una donna può concludere con sincerità e calore un incontro stampa affermando “Ti voglio vedere splendere“. Io ci credo.

Scritto da Style24.it Unit

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