L’accusa è di incitamento all’odio razziale
In un momento in cui in Italia non si fa quasi altro che parlare della sorte postuma di Erich Priebke risulta un po’ difficile parlare di un personaggio controverso come Burzum, nome d’arte di Varg (“lupo”) Vikernes.
Probabilmente alcuni di voi ricorderanno che verso la metà di luglio il musicista norvegese era stato improvvisamente arrestato in Francia, dove risiede con la moglie Marie Cachet e i tre figli, e sottoposto a interrogatori e controlli accurati da parte delle autorità.
Vikernes era stato accusato, a quanto pare senza alcun fondamento, di star preparando un attentato terroristico: all’uomo, che in passato ha scontato una lunga pena per omicidio e ha confessato di aver bruciato svariate chiese in Norvegia, sarebbe stato imputato l’acquisto di innumerevoli armi da fuoco, poi risultate comprate dalla moglie con regolare porto d’armi.
L’ex esponente di spicco del black metal non fa affatto mistero delle sue idee di estrema destra, che espone regolarmente sul suo seguitissimo blog: tuttavia rifiuta la nomea di nazista, alla quale era (e aveva contribuito a farsi) accostare in passato, e si dichiara invece un neo-pagano nazionalista e aderente a teorie razziste. Normale poi trovare sul suo sito personale accenni o vere e proprie esposizioni di teorie complottiste a sfondo antisemita.
In ogni caso l’artista fu scarcerato ai tempi venne rilasciato per mancanza di prove. Burzum lodò il trattamento civile e discreto riservatogli dalla polizia, ma deprecò la violazione dei suoi diritti da parte del mondo politico francese. Il 18 ottobre Varg è tornato in tribunale, e questa volta l’accusa è di incitamento all’odio razziale, un reato che oltralpe è preso molto seriamente.
Il processo è stato quindi posticipato a giugno 2014, dando così modo all’avvocato dell’accusato di preparare una difesa.
Nel frattempo Vikernes ha annunciato di aver iniziato a raccogliere fondi per intentare causa contro le autorità francesi, ree secondo lui di aver violato i propri diritti civili.
Qui sotto, per anglofoni e francofoni, proponiamo una lunga intervista alla coppia Vikernes-Cachet, nella quale spiegano il proprio punto di vista riguardo all’accaduto.
Foto: Wikimedia (Rustem Adagamov)



