Chi era Zaha Hadid: quello che non sai sull’architetta irachena

Prima donna a vincere il premio Pritzker, la Hadid è stata un'architetta rivoluzionaria molto abile nell'usare forme curve.

Figura tra le più importanti nel mondo dell’architettura di fine Novecento e del primo decennio degli anni Duemila, i suoi progetti sono stati molto apprezzati, ma anche molto criticati. Ecco chi era Zaha Hadid, architetta irachena, naturalizzata britannica.

Chi era Zaha Hadid: biografia

Zaha Hadid è nata il 31 ottobre 1950 a Bagdad in Iraq da una famiglia benestante. Dopo aver conseguito la laurea in matematica all’università di Beirut, si trasferisce a Londra per studiare architettura. Dopo aver terminato il percorso di studi, nel 1977 diventa socia dell’Office for Metropolitan Architecture (OMA) a Rotterdam e lavora al fianco di alcuni suoi ex professori universitari. Successivamente, nel 1980 apre il suo primo studio di architettura nella capitale britannica.

Dagli anni Ottanta inoltre anche l’attività di insegnamento all’Architectural Association. A partire dal 1994 diventa professoressa all’Università di Harvard, prendendo la cattedra che era stata di Kenzō Tange, uno dei maggiori architetti del Novecento. Nel 2008, la rivista Forbes la include tra le 100 donne più potenti del mondo, posizionandola al 69esimo posto. Zaha Hadid è morta improvvisamente nel 2016 a causa di un attacco cardiaco mentre si trovava ricoverata in un ospedale a Miami.

Riconoscimenti e premi

Il primo e fondamentale riconoscimento vinto da Zaha Hadid è stato il Premio Pritzker per l’architettura nel 2004. La Hadid è stata la prima donna in assoluto ad averlo ricevuto e da quel momento in poi le commissioni per il suo studio si sono moltiplicate.

Nel 2009 ottiene il Premio Imperiale per la sezione architettura, un riconoscimento giapponese, consegnato ogni anno dalla Japan Art Association a esponenti dell’arte di tutto il mondo. Nel 2010 ha vinto in Premio Stirling, un concorso annuale organizzato dall’associazione Royal Institute of British Architects (RIBA), grazie alla progettazione del MAXXI (museo nazionale delle arti del XXI secolo) a Roma. Nel 2011, per il secondo anno di fila ottiene nuovamente il Premio Stirling, grazie alla progettazione dell’Evelyn Grace Academy di Londra.

Principali lavori

La prima cosa che colpisce delle opere della Hadid è la fluidità delle forme: grandi curve e assenza di angoli retti sono le caratteristiche di ogni progettazione. C’è una continua o costante unione tra architettura e arte, tanto che gli edifici da lei progettati talvolta possono sembrare surreali ed extra-terrestri. Il suo stile è stato unico nella storia ed è comunemente classificato come decostruttivo, con rimandi all’astrattismo, all’espressionismo e al futurismo. I suoi progetti si possono trovare in moltissimi paesi, tra i più conosciuti e famosi ci sono sicuramente il MAXXI di Roma, lo Sheikh Zahyed Bridge ad Abu Dabhi e l’Heydar Aliyev Center in Azerbaijan.

MAXXI

Il MAXXI è il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, costruito a Roma nel quartiere Flaminio. Si tratta di un campus multifunzione che integra diversi spazi, da laboratori a spazi di accoglienza. La giura che ha scelto il progetto della Hadid, ha preso in considerazione non solo per la creatività della soluzione architettonica proposta, ma anche per il suo perfetto adattamento con il tessuto urbano preesistente.

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Sheikh Zayed Bridge

Lo Sheikh Zayed Bridge è un ponte ad arco che si trova nella città di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. La sua costruzione è terminata nel 2010 ed è lungo 842 metri. Progettato ispirandosi alle dune del deserto, è stato realizzato per resistere ai terremoti di grande intensità. Oltre ai caratteristici archi, che sembrano rincorrersi, un grande gioco di effetti speciali lo creano anche le illuminazioni posizionate su di esso.

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Heydar Aliyev Center

L’Heydar Aliyev Center è un complesso culturale che si trova a Baku in Azerbaijan. La sua forma spettacolare ricorda un’onda che emerge improvvisamente dal terreno. Frontalmente ha un’enorme vetrata, che gioca con i colori naturali della luce solare.

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Scritto da Chiara Caporale

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