Chi era Simone de Beauvoir: storia della femminista francese

Simone de Beauvoir, una grande insegnante, saggista e femminista del XX secolo impegnata nella lotta di genere.

Le storie di grandi donne sono sempre affascinanti e un grande spunto per realizzarsi nella vita. C’è Marie Curie che vince premi Nobel in ambito scientifico, da sempre considerato di appartenenza maschile. Altre invece hanno dimostrato che la First Lady americana può impegnarsi politicamente quanto il marito, come ha insegnato la storia di Michelle Obama. Se queste donne ci sono riuscite è anche grazie a figure come quella di Simone de Beauvoir, in prima linea nel 1968 per il movimento femminista.

Chi era Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir (Parigi, 9 gennaio 1908 Parigi, 14 aprile 1986), è stata una scrittrice e femminista francese. Nasce in una famiglia borghese che presto deve fare i conti con la bancarotta del nonno materno e li costringe ad una vita di difficoltà economiche.

chi era simone de beauvoir

Studia all’Istituto Desir, dove si distingue per la sua dedizione allo studio e la sua passione per l’insegnamento iscrivendosi poi alla Sorbona nel 1926. Qui, una volta laureata, ottiene l’idoneità per diventare docente di filosofia. Durante questi anni si appassiona alla letteratura ribelle e alle relazioni fallimentari, che la portano a vivere periodi di depressione.

Dall’insegnamento alla scrittura impegnata

Riesce, una volta superati i cuori spezzati, a trovare quello che sarà il suo compagno di vita: il filosofo Jean-Paul Sartre. Insieme a lui frequenta grandi intellettuali come Merleau-Ponty o Levi-Strauss. Intorno agli anni ’40 si conclude il suo periodo come insegnante dopo essere interdetta a vita per una relazione con una delle sue studentesse, sebbene quasi maggiorenne e consenziente.

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Si dedica ai viaggi nei diversi continenti partendo prima dalle vicine Spagna, Italia e Grecia dove assorbe la cultura del periodo avvicinandosi al mondo della musica e del cinema. Entra a far parte del comitato di redazione della rivista “Les Temps Modernes” insieme a Sartre e altri intellettuali per poi dedicarsi all’esplorazione degli Stati Uniti e il Sud America.

Dopo questo viaggio pubblica nel 1949 “Il secondo sesso” un saggio che analizza la donna da un punto di vista biologico, storico, antropologico e psicologico. L’opera apre la strada a vive discussioni che aiutano a riflettere sulla condizione femminile. Il volume ottiene grande successo ma anche grandi critiche, al punto che viene messo all’Indice dei libri proibiti.

Il femminismo e gli ultimi anni di vita

Le sue riflessioni e il suo attivismo maturano in un periodo di grandi rivoluzioni. Viene infatti considerata la madre del movimento femminista, presente alla contestazione studentesca del 1968. Oltre a lottare per la parità di genere manifesta per diverse cause mostrando il suo appoggio ai dissidenti sovietici o l’aborto.

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Con la morte del compagno storico, Sartre, scrive per la cerimonia d’addio

«La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto essere in sintonia così a lungo».

Il grande amore tra i due intellettuali ha spesso incuriosito gli studiosi, al corrente delle loro relazioni extraconiugali consenzienti che li ha portati a volte a condividere la stessa amante. Sei anni dopo la sua morte si spegne anche la grande intellettuale francese, facendosi seppellire a fianco del suo unico vero compagno.

Scritto da Alessandra Coman

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