Pamela Prati, le nozze in chiesa si sarebbero fatte senza lo scandalo?

Il ‘Caso Pamela Prati’ anche se potrebbe dichiararsi concluso, continua a generare curiosità: le nozze in chiesa si sarebbero svolte?

Il Caso Pamela Prati continua a far discutere. Ogni giorno, se non ogni ora, escono nuovi dettagli e testimonianze inedite che fanno davvero accapponare la pelle. Tralasciando questi fatti che ormai hanno abbandonato il terreno del gossip per approdare in quello della cronaca, la domanda è una: se nessuno avesse scoperto le infinite bugie sullo sposo fantasma, le nozze in chiesa si sarebbero comunque fatte?

Il Caso Pamela Prati

Quello che ormai abbiamo definito ‘Caso Pamela Prati’, o più ironicamente ‘Pratiful’, continua a tenere banco e, ogni giorno se non ogni ora, si arricchisce di particolari sconcertanti. Ormai sappiamo che Mark Caltagirone non esiste e che Pamela Prati, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo ne erano consapevoli. Le tre donne hanno architettato un piano che è filato liscio fino a quando Roberto D’Agostino non ci ha messo lo zampino. Grazie al giornalista, che fin dall’inizio di questa squallida storia ha espresso chiaramente le sue perplessità, il tutto è andato pian piano sgretolandosi. Mentre gli italiani si commuovevano nel vedere una donna si sessant’anni arrivare finalmente all’altare con tanto di figli in affido, Dagospia continuava a sostenere che si trattava solo di un castello di menzogne destinato a crollare. Quando il tutto è venuto alla luce, in molti sono rimasti sconvolti e, com’è normale che sia, si sono appassionati alla vicenda. Ora, lasciando perdere le varie bugie, una domanda sorge spontanea: se nessuno avesse scoperto che Mark Caltagirone non esiste, il matrimonio in chiesa si sarebbe comunque svolto?

Le nozze in chiesa della Prati

È sempre Dagospia, che ormai si è appassionato alla vicenda, a porre una domanda che fino ad ora era stata sottovalutata. Se nessuno avesse scoperto che il trio Prati-Michelazzo-Perricciolo stava raccontando una marea di fandonie, le nozze in chiesa sarebbero avvenute? Sul sito di Roberto D’Agostino si legge: “Siete curiosi di saper come sarebbe finita la truffa del trio monnezza Prati-Michelazzo-Perriciolo se quel sito disgraziato di Dagospia non avesse scoperchiato il maleodorante pentolone?”. Effettivamente, la domanda è più che lecita, considerando soprattutto che, sempre stando a quanto dichiarato dalle tre pie donne, i preparativi delle nozze erano tutti ultimati, location compresa. Dalle varie puntate di Live-Non è la D’Urso sappiamo che nessuno, dalla wedding planner alla fioraia, passando per il ristoratore, è stato pagato per il lavoro svolto, quindi si presuppone che il matrimonio si sarebbe comunque celebrato. Com’è possibile sposarsi con un fantasma? Dagospia scrive: “La location del matrimonio c’era, l’abito anche, tre camere prenotate e nessuna partecipazione inviata. Niente documenti, niente partecipazioni, niente testimoni oltre le tre interessate. Niente impediva di vestire Pamela da sposa, fare le foto di rito della preparazione e poi inscenare il mancato arrivo dello sposo davanti alle telecamere di ‘Verissimo’, che aveva acquistato l’esclusiva per 40 mila euro”. Immaginate la scena? La Prati sarebbe passata per la sedotta e abbandonata e avrebbe guadagnato infinite ospitate da milioni di dollari. D’Agostino conclude: “Pamela sedotta e abbandonata all’altare, da sola. Nessun matrimonio. Una notizia da prima pagina e decine di migliaia di euro, per non parlare del valore di scambio delle foto di Pamela in abito da sposa prima dell’assurda, stonata conclusione della sua finta fiaba. E senza menzionare, anche, ciò che ne avrebbe ricavato dalle ospitate, una volta convinta a suon di quattrini a presentarsi in qualche trasmissione. Un piano perfetto, se nessuno avesse indagato e la notizia bomba sarebbe stata solo il mancato matrimonio”. Soltanto delle menti malate avrebbero potuto partorire una commedia del genere e se le tre donne non avranno più una carriera potrebbero sempre pensare di costruire nuove identità e buttarsi nel campo della cinema.


Scritto da Fabrizia Volponi

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