Commenti e polemiche da oltre oceano su Lo Hobbit, ultima regia di Peter Jackson
Caduto l’embargo sulle recensione dell’attesissimo film di Peter Jackson, vediamo cosa hanno scritto i giornalisti americani che hanno potuto visionare Lo Hobbit, il primo capitolo di una nuova trilogia.
Bisogna dire che nessuno ha esaltato la pellicola come era avvenuto per l’analogo primo episodio de Il signore degli anelli.
Le aspettative sono sicuramente molto più alte, e forse questa volta il regista non è riuscito a soddisfarle tutte (aggiungiamo a ciò la poco felice scelta di girare tutto in 3D e nel formato a 48 fotogrammi per secondo)
Todd McCarthy di Hollywood Reporter ha sottolineato lo scarso appeal della prima fase del film, e la necessità di una buona sessione di montaggio:
“Ci sono elementi in questo nuovo film che sono spettacolari come nella trilogia precedente, ma c’è anche molto di altrettanto piatto e tedioso, sopratutto all’inizio.
Più che di una versione estesa ci sarebbe bisogno di un versione condensata dal regista, che lo riporti alla dimensione normale di un film. Paradossalmente i 48fps donano uno strano look teatrale, in special modo negli interni di casa Baggins. La versione a 24fps esibiva una qualità dell’immagine più morbida e sfumata“.
Dave Trumbore di Collider parla invece del tono ilare del film, che probabilmente si stempererà nei seguiti
“Così come il racconto originale era rivolto a dei bambini, anche il film è più leggero e la storia meno densa di quella messa in scena da Jackson ne il Signore degli anelli.
Ciò provoca più risate, ma anche un’indulgenza eccessiva verso un umorismo un po’ stucchevole. Più avanti vorrei vedere dei film maggiormente seri. Sarebbe una transizione verso la saga della trilogia seguente e consentirebbe ai nuovi fan di maturare insieme ai 6 film totali, come è successo per Harry Potter“.
Jordan Hoffman di Screencrush si lamenta per l’accesso di fedeltà al testo e per la noia che pervade la visione:
“Questa nuova trilogia non è una normale serie di film, ma un esercizio nel fanatismo eccessivo.
Vi alzerete con un sorriso, anche se avrete speso una buona parte delle tre ore a sbadigliare“.
Jim Vejvoda di Ign concorda con questo parere ma aggiuge che “una volta cominciato il viaggio, Lo Hobbit, come nel film, diventa una serie di scene d’azione e di inseguimenti, dai troll affamati passando per Rivendell e il reame dei goblin, fino all’incontro fatidico con Gollum“.
Tuttavia la computer grafica è una grande delusione, per un prodotto e un budget del genere: “La falsità delle creature rende Lo Hobbit inorganico e farlocco rispetto al Signore degli anelli, come accadeva tra i prequel di Guerre Stellari e i film originali“.
Conclusione salomonica: “Il film raggiunge quasi la grandezza, ma nonostante molti momenti di divertimento epico, questa rimane fuori dalla sua portata“.
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