L’invasione dei film natalizi in televisione, parte prima: cartoni animati

Natale si avvicina, si può dire che ormai sia alle porte.

Come al solito, quasi per magia (magia natalizia?), i palinsesti dei canali televisivi saranno invasi da film ad alto tasso di melassa, ovverosia qualunque titolo minimente attinente alla festività in questione sarà cacciato a forza in programmazione, un po’ come si riempie un tacchino ripieno (scusate la metafora, ma il risultato “eccentrico” è lo stesso).

Quindi verremo invasi da eserciti di Babbi Natale, renne parlanti e non, tanti cartoni animati di ottima, buona e pessima qualità, i proverbiali racconti di ravvedimento natalizio, tante nevicate improvvise e provvidenziali, caminetti accesi con un dispendio di legname pari ad un quarto dell’Amazzonia e, in linea col significato originario della festa (ma qui attendo le repliche dei nostri lettori appartenenti a qualunque controcultura), ormai accessorio, una buona dose di film religiosi come solo a Pasqua.

Vediamone quindi assieme qualcuno.

Dunque, personalmente ho sempre adorato “Alice nel paese delle meraviglie”, il cartone della Disney. Non sono un grande appassionato di animazione americana vecchio stile (anche se le Silly Simphonies sono una cosa superlativa), e infatti le uniche due opere di zio Walt che mi siano davvero piaciute, Pixar a parte, sono quelle più eccentriche, psichedeliche e leggermente “stupefacenti”: la succitata trasposizione dell’opera di Carroll e “Dumbo”, altro habité di Natale, che ha una vena splastick irresistibile.

Alice, in particolare, è un turbinio di situazioni paradossali, colori allucinati, follia anche leggermente minacciosa (se lo si guarda con gli occhi di un bambino) e, cosa che apprezzo tantissimo, non vuole trasmettere nessun messaggio normativo di amicizia, amore e tutto ciò che si può trovare in opere simili di questo periodo dell’anno. Sicuramente non un cartone semplice, ma l’attenzione necessaria a seguirlo paga e tanto. 

Sempre sul versante cartoni ricordo altre cose. I due capitoli della saga di Fievel, il topo russo di origini ebraiche, dalla prospettiva proletaria. “La spada nella roccia”, anch’esso in realtà un bel film Disney, magari un po’ sdolcinato ma piuttosto divertente. Tutti i 13 (tredici!) episodi della saga de “Alla ricerca della valle incantata” che presentano i difetti non da poco di essere totalmente anonimi, con personaggi sbiaditi e un’ambientazione ben poco affascinante (parere mio, eh).

“Balto” da un po’ di tempo a questa parte è diventato un classico natalizio, aiutato ovviamente dal manto di neve perennemente presente sulla scena. L’ultima occorrenza è, inspiegabilmente, “In viaggio con Pippo” che ho visto tantissime volte, sempre e solo per qualche sequenza, nei Natali della mia infanzia. Chi conosce il motivo della sua collocazione festiva si faccia avanti, per piacere.

E voi cosa ne dite? Perché non facciamo una bella lista di film natalizi, per nostalgia, a scopo strategico (ovverosia per evitarli accuratamente) o per semplice esercizio mnemonico?

Domani proseguiremo con altri film, per cui tornate a leggerci!

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com