Una certa tendenza della cultura italiana
Come ogni anno il ritorno dalle vacanze, unito all’entrata in collisione con una cultura altra (nel mio caso quella turca) nonché alla disconnessione dal mondo dello showbusiness, provoca in me un processo temporaneo che porta all’adozione di uno sguardo più acuto e limpido nei confronti della realtà dello spettacolo italico.
Il caso dell’endorsement di Fiorello nei confronti dell’amico Jovanotti è allora perfetto per esplicitare questa suggestiva capacità di vedere le cose al di là della superficie di simpatia e ilarità (ci si perdoni l’atteggiamento eccessivamente critico, ma forse il fulcro del nostro lavoro è proprio questo, ovvero la visione di ciò che gli altri cercano di ignorare).
Per carità, l’intrattenitore siculo e il musicista romano in televisione il 2 settembre su Rai 1 con il concerto tv In questa notte fantastica sanno sicuramente fare il proprio lavoro in maniera egregia, come dimostrato in questa anni di grandi successi.
Eppure, osservando questa valanga di piccoli spot registrati da Fiorello e soci (inclusa Luciana Littizzetto), sembra quasi che ci si trovi dinanzi a degli emergenti, a giovani che stanno muovendo il primo passo nel campo artistico da loro prescelto.
La promozione vicendevole, il mutuo sostegno a oltranza esposto in maniera così vibrante, sentita e ridondante, il costante rinnovamento pubblico della propria amicizia sono modalità attraverso le quali coloro che ancora non hanno costruito fondamenta solide cercano una propria stabilità e credibilità nel mondo dello spettacolo.
L’unione fa la forza, dunque. Ed è vero, ma una volta che questa forza è stata acquisita, e lo è senza alcuna ombra di dubbio, lo sfoggio di amicizia (quanto vera, poi, per tutti i partecipanti?) assume gli inquietanti connotati dell’autoreferenzialità tipica del sistema Italia, dove nei circoli di potere si vedono sempre gli stessi visi, si parla sempre delle stesse persone veicolando sempre gli stessi valori, i quali sono incarnati – guarda un po’ – proprio dai membri di tali élite, enclavi, club privè.
Ascoltare Fiorello che canta assieme ai Ricchi e Poveri le meraviglie del concerto di Jovanotti, il quale senza alcuno sforzo trionferà nella sfida dello share, o le battute improvvisate su spiaggia della Littizzetto (che lo incalza con un “Vieni a Sanremo, vero?!”) contribuisce a creare un triste quadretto stantio che emana un umido afrore di muffa, rinforzato poi dalle rughe dei protagonisti di queste clip, i quali, per quanto vogliano sembrare giovanili e alla moda, iniziano ad avere una certa età.
Non ti preoccupare, caro Jovanotti, che a Sanremo ci vai di sicuro. Lì ti aspetta a braccia spalancate il boss dei boss della famiglia culturale più influente in Italia, ovvero il buon Fabio Fazio sempre pronto a elargire baci a destra (si fa per dire) e a manca. Che bello ritrovare i vecchi amici in tv!
Foto: YouTube



