Gli integralisti cattolici minacciano guerra sulla messa in scena de Sul concetto di volto nel figlio di Dio, opera di Castellucci accusata di blasfemia. Ma la scena dello scandalo non c’è più, e allora?
Avevo seguito molto distrattamente la vicenda delle pièce teatrale “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” di Romeo Castellucci, colpito dalle polemiche della Segreteria di Stato vaticana – che giudica lo spettacolo offensivo per i credenti – e poi investito dall’odio dei gruppi cattolici più integralisti, che hanno minacciato con frasi violente l’autore e anche i responsabili del teatro Franco Parenti di Milano, dove l’opera dovrebbe debuttare questa sera.
Tanto che direttrice del teatro e regista dormono con la polizia sotto casa, come ha raccontato ieri Andrée Ruth Shammah – che dirige il Parenti – all‘Infedele di Gad Lerner.
Confesso che in questi casi faccio sempre un po’ fatica a esprimere un giudizio, ovviamente sono contro chiunque voglia limitare la libertà d’espressione altrui, ma tendo anche a diffidare di certe licenze artistiche – chiamiamole così – sulla religione, che alle volte si rivelano per dei banali espedienti studiati a tavolino per suscitare polemiche e far parlare di sé.
Peccato però che in questo caso, nell’opera di Castellucci, manchi la pietra dello scandalo, cioè non ci sia alcunché di blasfemo per cui indignarsi. Si era parlato di una scena dove venivano lanciati degli escrementi sul volto di Gesù – mai esistito nulla del genere nel soggetto – e poi del lancio da parte di alcuni bambini di una bomba giocattolo. Ma la scena in questione non esiste più, è stata tagliata definitivamente ancora prima che l’opera sbarcasse in Italia – già a Parigi, dove lo spettacolo ha debuttato lo scorso autunno.
Insomma, lo scandalo non c’è ma gli integralisti sono sempre più arrabbiati e bellicosi, tanto che per stasera si temono disordini per la prima. Perché tutta questa voglia di scontro? Viene il sospetto che, in una società tendenzialmente tollerante – o quantomeno apatica e disinteressata – come la nostra, che tutto permette a cattolici e non, alcuni gruppi abbiano bisogno dello scontro, del nemico alle porte per compattarsi e ritrovare la propria identità.
In certi settori della chiesa e del cattolicesimo si respira una grande voglia di proclami, di intransigenza dottrinale e soprattutto di crociate, ma a ben vedere il nemico – in un Paese (e in un mondo) che fa della deferenza alla religione uno dei capisaldi della propria etica pubblica – proprio non c’è. Quindi, amici cattolici, rilassatevi: non c’è nessuno che vi attacchi, vi minacci, vi faccia la guerra. Se posso dare un suggerimento: scambiatevi un segno di pace con Castellucci, mi sembra un gesto molto più cristiano che spedire mail anonime intimidatorie e violente.
(In alto il regista Castellucci in conferenza stampa, fonte: photopin).



