I culi pi— belli del mondo non si chiamano “lato b”

Oggi Milano è vuota, sembra ferragosto. Se non fosse per le mani e i piedi congelati dall'arietta mattutina, che già nel periodo autunnale regala dolci sensazioni ai motociclisti, mi sarei presentato a lavoro in costume ed infradito.

Sarà vuota anche la vostra città immagino. Alè, tutti a fare il ponte e noi qui a leggere Tele dico io. Che triste prospettiva. Siamo degli sfigati.

Lo vedo che nei vostri occhi c'è aria di cazzeggio, quindi non posso non adeguarmi. Dopo il post sulla gloriosa Selvaggia in versione "per ora sono solo sexy ma prima o poi mi parte l'upskirt", passiamo ad un nuovo argomento di più alto valore morale, di quelli che fanno imbufalire i lettori di Tele dico io

Loro, voi, insomma i lettori affezionati, sono, siete persone serie. Io, cioè il blogger, cioè Failla, è, sono, un babbeo che si diverte a giocare e a provocare. Oggi, quindi, vi parlo di culi.

Sì, culo, non lato b. Si chiama così: culo. Mannaggia a Miss Italia, mi ha rovinato la parola d'origine. C'è una bella novella da raccontare sul lato b (ex culo). Dovete sapere che da quando i quotidiani hanno scoperto questa nuova adorabile definizione – che sostituisce in maniera elegante una realtà tanto amata dai lettori – gli articoli su questa parte anatomica sono aumentati a dismisura.

Ma pensate un po': ora si può mettere un titolo non offensivo (sedere, deretano, fondoschiena, di dietro, posteriore, popò non erano comunque eleganti, diciamolo) su un quotidiano "serio" per poter parlare liberamente del culo. Con tanto di foto. Il popò ha avuto un nuovo sdoganamento.

Ecco allora cosa ha prodotto la nascita del Lato b.

Ma i geni sono sempre loro. Sulla scia del lato b bulgaro hanno pensato bene di celebrare in pompa magna il culo. Con un sondaggio.

Ecchediamine. Non posso celebrarlo anch'io? 

Scritto da Style24.it Unit

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