Giuliano Gemma morto in un incidente: è stato Ringo e Tex Willer

A 75 anni scompare un’icona del cinema di genere italiano

È morto nella notte Giuliano Gemma, l’indimenticabile attore il cui volto è stato uno dei simboli della fortunata stagione dello spaghetti-western. Aveva 75 anni, lascia la moglie Baba Richerme, giornalista e critica cinematografica, e le due figlie Vera e Giuliana nate da un precedente matrimonio.

Fatale è stato un incidente stradale lungo la strada per Cerveteri, città dove risiedeva. La prima ricostruzione dei fatti parla di un impatto frontale con una macchina proveniente dall’opposto senso di marcia.

Gemma è stato immediatamente trasportato presso l’ospedale di Civitavecchia, ma le sue condizioni sono apparse critiche sin dalle prime analisi. Il decesso è stato annunciato alle 22.50.

La carriera dell’attore romano ha avuto origini molto precoci. Nato il 2 settembre 1938, sin da piccolo sviluppa il desiderio di lavorare nel mondo del cinema, sulla scia di quello che considerava il proprio idolo incontrastato, Burt Lancaster. Una giovinezza spesa tra molti sporti (fondamentale l’esperienza della boxe) gli garantisce i primi ingaggi come stuntman, all’insegna di quella fisicità ed energia cinetica che saranno una delle caratteristiche della sua persona su grande schermo.

Sono gli anni 60 e spopola ancora il peplum: il primo ruolo da protagonista avviene infatti grazie al regista Duccio Tessari che lo sceglie come il Krios di Arrivano i Titani (1962). Prima di questo vero e proprio debutto c’erano già state altre piccole parti, tra cui il prestigioso Ben-Hur di William Wyler e Venezia, la luna e tu di Dino Risi (nel quale affianca Alberto Sordi).

Non passa neanche un anno che lo ritroviamo, sempre un po’ defilato, in uno dei massimi capolavori del cinema italiano, Il Gattopardo di Luchino Visconti, dove è un generale garibaldino.

Tra un peplum e un film d’avventura viene coopatato dai cugini d’oltralpe per la celeberrima serie dedicata ad Angelica (il primo omonimo episodio, Angelica alla corte del Re, La meravigliosa Angelica), ma nel frattempo inizia a legare la propria immagine a un genere ben preciso, che inizia a riscuotere un notevole successo: il western all’italiana.

È sempre Duccio Tessari a credere in lui e a fargli indossare i panni di Ringo in Una pistola per Ringo, pellicola che aprirà la strada a una serie di interpretazioni che renderanno Gemma uno degli attori più riconscibili in Italia e all’estero: Il ritorno di Ringo, Adiós gringo, Arizona Colt, Per pochi dollari ancora, Kiss Kiss…

Bang Bang, I lunghi giorni della vendetta, Wanted, I giorni dell’ira, Violenza al sole, …e per tetto un cielo di stelle, I bastardi, Vivi o, preferibilmente, morti.

Sono anni d’oro per Gemma, che inanella anche due titoli iconici come Anche gli angeli mangiano fagioli (al fianco di Bud Spencer) e Anche gli angeli tirano di destro, ma sono destinati a finire. L’attore, quasi sempre doppiato in fase di montaggio, nonostante continui a frequentare ininterrottamente il cinema di genere o la serie B viene chiamato da Valerio Zurlini per la parte del Maggiore Mathis, dolente personaggio de Il deserto dei Tartari tratto dal romanzo di Dino Buzzati (per il quale vince anche un David di Donatello); nel 77 è poi ne Il prefetto di ferro, regia di Pasquale Squitieri, pellicola di impegno civile dedicata a Cesare Mori.

Gli anni 80 sono più inclementi in termini di ruoli interessanti, ma sono da segnalare la partecipazione a Tenebre di Dario Argento, mentre sempre diretto da Duccio Tessari impugnerà la pistola di Tex Willer in Tex e il signore degli abissi. L’ultima ruolo importante gli viene affidato nell’86 da Mario Monicelli, che lo vuole insieme a Liv Ullman, Catherine Deneuve e Philippe Noiret in Speriamo che sia femmina.

Gli ultimi anni sono dedicati alla passione di una vita, la scultura, e al buen retiro degli attori, la televisione. Lo vedremo eccezionalmente per l’ultima volta in una grande produzione in To Rome with Love di Woody Allen.

Foto: Getty Images

Scritto da Style24.it Unit
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