“Molti sostengono che negli ultimi tempi sono diventato buono, ma buono cosa vuol dire? Forse che ho un’apertura sul mondo che prima non avevo…”.
Forse lo preferivamo quando era un artista snob e scontroso e non tanto dal punto di vista caratteriale, quanto da quello dei risultati musicali.
Lo amavamo quando non rilasciava interviste e non appariva in televisione, alimentando la curiosità giusta degli ammiratori affamati dei loro idoli, come accadeva prima dell’era del web.
Francesco De Gregori, in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni ha dichiarato:
“Molti sostengono che negli ultimi tempi sono diventato buono, ma buono cosa vuol dire? Forse che ho un’apertura sul mondo che prima non avevo…”.
Io, cresciuta con i suoi dischi, lo preferivo silente, esposto nel solo cantare.
“Ci sono bellissime cose di musica pop oggi: per esempio c’è Marco Mengoni che canta bene e propone un prodotto artistico vero, non roba da masticare e sputare“- per fare un esempio.
Non gli piace essere definito cantautore e, a chi pensa che i cantautori di oggi siano i rapper, replica: “Non li seguo molto, alcuni sono ispirati, altri meno, proprio come succedeva coi cantautori. La differenza la fa il talento, non il genere musicale“.
Ultimamente è tornato in tv a I migliori anni:
“Una volta era imbarazzante andare in tv, c’era poco rispetto per il musicista. Mi obbligavano al playback, mi sentivo a disagio, venivo incapsulato dentro il tema della trasmissione, dentro la scenografia.
E soffrivo. Ora ti fanno cantare dal vivo, anche se magari non viene benissimo. La tv è una delle tante possibilità per un artista di arrivare al pubblico e I migliori anni è stata una bella occasione: Carlo Conti è una persona speciale, c’era l’orchestra, un pubblico ‘televisivo’ forse, ma appassionato. Insomma mi sono divertito. Sono 40 anni che faccio questo mestiere, è difficile che accetti di fare cose che non mi divertono.
Ma non ho protocolli nel cervello che mi dicono fai questo e non quello. Se li avessi ne andrebbe della mia dignità“.
