Bambino conteso: Pomeriggio Cinque e La Vita in Diretta esagerano

La vicenda del bambino conteso sta trasformandosi nell’ennesimo reality 24 ore su 24: ieri i salotti pomeridiani sono giunti alla sublimazione dell’indecenza. Inaccettabile.

Premessa: ho pensato a lungo se scrivere o no questo articolo. Da un lato il mio ruolo, quello di critico televisivo del network, mi imporrebbe di parlarne; dall’altro c’Š sempre la volont… di non mettere in difficolt… chi mi ospita (Blogosfere). Cercher•, dunque, di proporre un’analisi severa ma ragionata.

Ci• a cui abbiamo assistito ieri pomeriggio non Š accettabile. La vicenda del bambino conteso di Padova sta trasformandosi nell’ennesimo reality “24 ore su 24”, in cui tutti mettono becco senza essere debitamente informati ed in cui ognuno dei protagonisti sgomita per ottenere un posto al sole.

I salotti pomeridiani, buco nero della tv attuale, rappresentano un modo troppo grossolano di fare ascolti: si riempiono quattro/cinque ore di palinsesto piazzando un conduttore, due divanetti e quattro chiacchiere da bar.

Pu• andar bene per il gossip, non per altro. Non sono il luogo per affrontare temi oltremodo delicati: i salotti non hanno la competenza n‚ la credibilit… per farlo.

Ieri Š andata in onda la sublimazione dell’indecenza. Da un lato (Rai) l’intervista-fiume al padre del bambino, con l’avvocato della madre presente, e dall’altro (Mediaset) il tormento dei parenti, con pianti e urla a favor di telecamera.

Non so se rendo l’idea: primi piani e zoomate sulle lacrime della madre mentre una parlamentare raccontava d’aver parlato col bambino e di averlo visto “provato, con gli stessi abiti di due giorni fa… vuole tornare dalla mamma“.

No. Non si entra in questo modo in una vicenda cos personale. Esiste un limite di decenza, e credo proprio sia stato superato. Qui non si tratta d’un film o di una fiction.

Questa Š vita reale, con persone reali ed emozioni reali.

Se si ha qualcosa d’importante da dire alla madre, glielo si riferisce prima d’andare in onda. Se, come s’affrettano a dire tutti, lo si fa “nell’interesse del bambino“, allora i televisivi dovrebbero informare in privato i parenti, senza spiattellare i particolari pi— struggenti davanti alle telecamere speculando sull’enfatica reazione materna.

Non Š pi— neanche pornografia dei sentimenti: qui si Š passati alla macelleria emotiva, con una estranea – la parlamentare – che in diretta tv svela poco per volta ci• che ha saputo… e ad ogni frase c’Š il guaito di dolore della madre, a cui non Š permesso vedere il figlio, col pubblico che batte le mani, grida e tifa come allo stadio.

Mi stupisco di loro, dal primo all’ultimo: i conduttori, gli ospiti, le reti televisive che lo consentono. E mi stupisco dei due genitori, che accettano di portare avanti la loro guerra privata e di mettere in piazza i loro guai di fronte a milioni di persone.

Non m’interessa se chi mi legge Š un fan di Barbara D’Urso o di Mara Venier. L’uso che Š stato fatto ieri della televisione va biasimato senza mezzi termini. Non sono d’accordo con chi afferma che “bisogna parlarne ad ogni costo”: Š sicuramente necessario parlarne, ma NON cos. Non cercando lo scoop senza ritegno, non scrivendo “esclusiva” in sovrimpressione, non coi servizi con la musichina strappalacrime in sottofondo, non coi primi piani dello strazio d’una madre.

ALTRI LINK:

La Vita in Diretta e Pomeriggio Cinque pompano il caso del bambino conteso (tvblog)

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Scritto da Style24.it Unit
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