Aldo Moro – Il Presidente, ancora una volta non ci siamo

Ho riflettutto qualche giorno sull'ennesima fiction italian style per comprendere le ragioni dell'insuccesso e sono arrivato ad una conclusione che, guarda caso, era la stessa alla quale ero arrivato a due minuti dalla fine della seconda e ultima puntata.

Quindi ho ragionato a vuoto? No, perchè giusto in questi giorni, parlando con un noto personaggio della tv/cinema/doppiaggio, ho capito che tipo di autori abbiamo in Italia.

Pensate che a poche ore dal tragico fatto di Verona (quello del gruppo di skinheads e dell'omicidio di Nicola Tommasoli) in mano a questo noto personaggio è arrivata la sceneggiatura per una fiction su Tommasoli. Roba da brividi che fa pensare alla qualità proposta dagli autori italiani. E vabbè, che ci possiamo fare? Una nottata passata in piedi a scrivere meriterà anche due orette su Canale Cinque.

Ma torniamo ad Aldo Moro. Non posso non apprezzare il tentativo di dare uno spessore al personaggio, Michele Placido è ormai tagliato per questo tipo di interpretazioni, ma la Taodue ha fallitto per quanto riguarda tutto ciò che girava intorno a Moro in quei terribili, ma intensi, anni.

Avevano iniziato bene i ragazzotti,con immagini d'archivio di quegli anni, ma poi hanno deciso di racchiudere le tensioni sociali in quell'auto blindata mai arrivata. La prima puntata, quella che avrebbe dovuto portare a galla la personalità di Moro e la decadenza della politica che lo circondava, la voglia di rivoluzione e l'umore del proletariato pronto ad esplodere, il tunnel senza fine imboccato da quella DC che avrebbe segnato gli anni a venire, ha fallito miseramente. Tutto ciò che è venuto dopo era quindi già viziato in partenza.

Queste mancanze sono state un silenzio assordante, hanno intaccato la fragile struttura della fiction; che non si può che definire "inutile".

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com