Chi era Alberto Giacometti: storia dello scultore svizzero

Alberto Giacometti e il percorso nell'arte tra pittura e scultura.

Con il suo volto stampato anche sulle banconote dei 100 franchi svizzeri, ecco la storia di Alberto Giacometti, noto pittore e scultore svizzero del XX secolo. 

Chi è Alberto Giacometti

Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 10 ottobre 1901 – Coira, 11 gennaio 1966) è stato uno scultore e pittore svizzero. Cresce nel Canton Grigioni, l’unico trilingue dove ha modo di imparare anche l’italiano, insieme ai genitori Annetta e Giovanni. Quest ultimo è un pittore post-impressionista che trasmette al figlio la passione per l’arte.

Fin da piccolo inizia a disegnare, per poi dedicarsi a pittura e scultura. Diversa la strada che intraprende il cugino Zaccaria, oggetto dei suoi numerosi ritratti, che decide di diventare professore di diritto pubblico presso l’Università di Zurigo. Alberto si iscrive invece alla Scuola di Arti e Mestieri di Ginevra e successivamente all’Accademia della Grande Chaumière di Parigi dove studia scultura con Émile-Antoine Bourdelle.

Alberto Giacometti

L’esordio artistico di Alberto Giacometti

Ha modo in questi anni di studio di svolgere espierenze culturali diverse, rappresentate a pieno dai suoi disegni. Si osservano infatti progetti vari tra loro, come disegni caratterizzati dalla frantumazione cubista e sculture. Tra queste si ricordano “Torso” e “Donna cucchiaio”, due lavori che riportano in auge l’essenza delle cose. 

Nel 1928 si inserisce poi nel gruppo surrealista con cui lavorerà per diversi anni. Si concentra in questo periodo sull’inconscio, la memoria e l’immaginazione attraverso lavori simbolici. Tra gli elementi ricorrenti dei suoi lavori di inizio anni ’30 si riconoscono organi sessuali e varie parte anatomiche. 

Alberto Giacometti

Alberto Giacometti tra pittura e scultura

Una volta conclusasi la parentesi surrealista si dedica interamente alla scultura spostandosi così da una tematica più astratta, all’effettiva osservazione della realtà. Si osserva anche maggiore consapevolezza nell’uso di tecniche e materiali definiti che lo inseriscono in una forma di naturismo schematico. 

Nel 1947 torna poi a dipingere riprendendo il tema familiare, trattato soprattutto al principio della sua carriera, insieme ad oggetti della quotidianità. Si avvicina in questi anni all’esistenzialismo, argomento che attira l’attenzione di Sartre, filosofo francese. 

Scritto da Alessandra Coman

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