Chi era Victor Hugo: storia del fondatore del romanticismo francese

Noto per aver scritto "I miserabili" e "Notre-Dame de Paris" diventate commedie musicali cult della storia.

Molti i pensatori che hanno dato opinioni su di lui, da Gabriele D’Annunzio che gli dedica una lirica a Flaubert che lo definisce spesso volgare. Scopriamo la storia del tanto discusso artista francese Victor Hugo.

Chi era Victor Hugo

Victor Marie Hugo (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885) è stato uno scrittore, drammaturgo e politico francese. Per via del divorzio dei suoi genitori passa quasi tutta la sua infanzia diviso tra l’Italia, in particolar modo ad Avellino, con il padre e Parigi con la madre.

Viene iscritto al Politecnico di Parigi per intraprendere gli studi tecnici ma decide di lasciare in favore di un approccio più umanistico. A soli 14 anni inizia quindi a lavorare sulla sua produzione letteraria partecipando anche ad un concorso di poesia che riconosce il genio. Scopre il Romanticismo grazie agli incontri con Charles Nodier che lo introduce a questa nuova visione delle cose.

L’approccio al Romanticismo francese

Nella stesura di una delle sue grandi opere, “Hernani”, è evidente l’impatto che l’autore ha sul Romanticismo francese. Esprime la sua idea in particolar modo sulla produzione teatrale che secondo lui deve essere lontana da quella che segue il metodo aristotelico. Serve rompere le unità di tempo e luogo in favore di una produzione più moderna tanto nella storia quanto nel linguaggio.

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A livello letterario si vede la sua visione del mondo attraverso la pubblicazione del romanzo “Notre-Dame de Paris”. la sua produzione poetica di “Le foglie d’autunno” e “I canti del crepuscolo” fino a saggi e drammi. Numerose le forme artistico letterarie sfruttate dall’artista che si dimostra in grado di maneggiarle con grande talento.

L’ideologia politica, l’esilio e gli ultimi anni

Si allontana dalla vita letteraria per un lungo periodo. La causa si rivede nella tragica perdita dei figli morti annegati che lo porta a vivere un periodo di grande sofferenza e vuoto artistico. Si avvicina però al mondo della politica quando nel 1848 entra a far parte dell’Assemblea Costituente allontanandosi poi una volta comprese le intenzioni di Napoleone.

Rifiutando l’amnistia proclamata dall’imperatore parte per l’esilio a Guernesey. Qui scrive numerose lettere che segnano il ritorno della sua produzione, questa volta a sfondo satirico, come “I castighi” o “Napoleone il piccolo”. Torna in patria una volta instaurata la Terza Repubblica francese, che lo accoglie come grande poeta. Continua per un periodo la produzione letteraria ma, colpito da una congestione cerebrale, si spegne di li a poco.

Scritto da Alessandra Coman

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