Sanremo Crozza-Berlusconi: contestazioni, la politica e un bacio

E siamo solo alla prima serata. Le polemiche iniziano a infuriare sul solito ritornello “Satira sì, satira no?”

La puntata inaugurale dell’edizione 2013 del Festival di Sanremo è stata marchiata a fuoco dall’esibizione di Maurizio Crozza, ma sopratutto dalle contestazioni che hanno impedito al comico di esibirsi per ben 5 minuti.

Andiamo con ordine, però.

Era evidente sin dalla vigilia che questo sarebbe stato un Festival improntato al commento e alla satira politica (in ciò stimolato dalle prossime elezioni ma anche pungolato dai commenti dei soliti noti).

E dopo un esordio in grande stile, sulle note del Va pensiero di Verdi e l’entrata in pompa magna di Luciana Littizzetto, era apparso chiaro che la piccola attrice non si sarebbe tirata indietro, confermando quindi che la promessa di auto-censura era stata solo un modo per placare gli animi.

Battute ai danni di tutti i candidati (basate sulla trivialità più che sull’osservazione puntuale) e doppi sensi come se non ci fosse un domani: questo più o meno il succo della letterina all’inesistente San Remo recitata da una Lucianina – quante volte sentiremo il conduttore Fabio Fazio pronunciare questa esclamazione? – seduta sul palco dell’Ariston.

E poi, dopo l’esibizione dei primi big in gara, ecco arrivare Maurizio Crozza. Il quale parte subito a mille, con l’imitazione di un Silvio Berlusconi cantante-showman che esibisce ben poco velatamente il suo disprezzo per le istituzioni, le regole della politica e gli italiani. Verso la fine dell’imitazione, si scatena l’imponderabile: fischi, urla belluine, schiamazzi dal pubblico – in realtà si è poi capito trattarsi di pochi esuberanti – che al grido di “Basta politica, basta!” hanno interrotto il comico.

Sono seguiti anche dei “Vai via!”, indirizzati non si sa se all’attore o ai contestatori e la situazione è divenuta incandescente perché parte della platea ha appoggiato questa sommossa improvvisata impedendo la prosecuzione del numero di Crozza.

È dovuto allora intervenire un Fabio Fazio che nelle vesti del bidello della scuola ha cercato di sedare gli studenti più irrequieti. Insomma, la manfrina è andata avanti per un bel po’, con il contestato decisamente nel panico ed evidentemente con la salivazione azzerata.

Quando infine la situazione è tornata gestibile l’attore ha abbozzato la classica giustificazione della satira (“fotografare il reale”) e sono partite nell’ordine le imitazioni bipartisan di Pierluigi Bersani, Antonio Ingroia e Luca Cordero di Montezemolo. Dal punto di vista artistico è stata un’esibizione nella media, forse a causa della ripetizione di un approccio comico già visto e apprezzato, con qualche sussulto eccellente (le “mila euro” valuta italiana, la battuta della tavoletta del cesso che diventa un Macbook) e un personaggio dalla mimica molto azzeccata (Ingroia).

Lo scontento, come potrete vedere nel filmato più in basso prodotto dai colleghi di Tvblog, è stata causato da alcuni spettatori scontenti dell’intrusione della politica in quello che a loro parere deve essere uno spettacolo dedicato solo e interamente alla musica. Facile però che molti si siano accodati agli schiamazzi giusto per mettere in difficoltà il comico notoriamente di sinistra. Eppure, per quanto non si voglia qui difendere un gesto fondamentalmente civile, non si riesce neanche a condannare totalmente quanto successo.

Da che mondo è mondo si è sempre saputo che gli eventi dal vivo corrono un rischio, che ormai è stato semi-dimenticato a causa del trionfo della televisione e del cinema: quello della partecipazione attiva del pubblico. È il fremito che rende gli attori teatrali così vivi e palpitanti, ma è anche quella paura che li attanaglia fino all’apertura del sipario. Concordato o meno (ma di certo non come le patetiche interruzioni di Pupo dell’anno scorso, ai danni del predicatore Celentano) questo imprevisto ha donato un po’ di autenticità a un Festival ingessato, per quanto assolutamente non scadente e per una volta non disprezzabile.

Ciò che invece è mancato, all’interno del discorso politico della serata, è stata la mancanza di coraggio. Inutile invitare la coppia omosessuale composta da Stefano e Federico, che ha avuto il compito di raccontare una storia d’amore che dovrà trovare coronamento con le nozze in America. Inutile sia perché l’intervento muto ha replicato quanto già visto nel celebre video, ma sopratutto a causa della mancanza di quel bacio – il gesto che almeno simbolicamente avrebbe avuto impatto mediatico – con cui veniva chiusa la narrazione. Caro Fazio, il coraggio bisogna farselo venire non per una questione di principio, ma perché a fare le cose a metà, purtroppo, si fa del male più che del bene.

Ah sì, dimenticavo. Berlusconi ha detto che non vuole commentare e che in fondo è stato un boomerang per la sinistra. Potrebbe persino aver ragione…  

Foto: Getty Images

Scritto da Style24.it Unit
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