Un altro spettacolo di sicuro successo dopo la lettura della Costituzione italiana
In un momento di estrema crisi civile e morale di un Paese che si affaccia su un periodo di confusione e incertezza, la voce di Roberto Benigni, l’eterno ottimista del cinema e della televisione italiana, potrebbe davvero essere d’aiuto.
Il folletto toscano ritorna infatti con lo spettacolo da lui dedicato a Dante, che ripropone nel suo modo caratteristico le letture esegetiche della Divina Commedia avvenute questa estate in piazza Santa Croce a Firenze.
In particolare l’attore, il cui spettacolo Tutto Dante andrà in onda su Rai 2 in prima serata per dodici serate, si soffermerà sui canti dell’Inferno, dall’undicesimo fino al ventiduesimo.
L’ex toscanaccio, ormai trasformatosi nel rappresentante della coscienza civile italiana viene dal successo de La più bella del mondo, lo show in cui spiegava articolo per articolo la Costituzione italiana (visto da 13 milioni di persone con uno share del 41%, cifre che si avvicinano a quelle di Sanremo).
Certo, la materia trattata da Benigni è molto delicata, e nel corso del tempo molti commentatori hanno criticato aspramente il modo giullaresco con cui l’arcigno stile di Dante Alighieri viene portato in scena. Qualcuno ha affermato che una simile opera meriterebbe tutt’altro studio e tutt’altra divulgazione. Ma in fondo, tra coloro che vorrebbero una lettura più fedele allo spirito medievale di Dante, combattente civile che di certo al suo tempo non le mandava a dire, e le grullerie commosse di Johnny Stecchino sempre a un passo dalla lacrima, la verità sta nel mezzo.
Non essendoci però alcuno studioso in grado di sfoggiare la stesse verve retorica dell’interprete, pare evidente che anche i più scettici dovranno accontentarsi dello spettacolo della Rai.
È una resa, forse, ma una resa dinanzi a chi ha mostrato di avere grandi capacità, come lo stesso Benigni afferma dello scrittore:
“Dante ci ha indicato una via di speranza, andando a scrutare i barlumi, le premonizioni e i tentennamenti dello spirito umano.
È riuscito a dare a qualsiasi cosa del visibile e dell’invisibile un nome, a esprimere l’inesprimibile, a dare materia allo spirito. Ha usato lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici, il fondo del male e l’altezza del bene. A noi non resta che credergli perché lui esige di essere creduto, perché quel viaggio lo ha fatto davvero“.
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