Muse concerto Roma 2013: pagate tangenti per lo show pirotecnico?

Pagare per suonare?

AGGIORNAMENTO: è arrivata la smentita dei Muse.

Non c’è stato nessun tentativo di corruzione. Sono stati pagati i compensi previsti per il lavoro di tecnici e ingegneri esterni indispensabili per ottenere i permessi necessari da parte delle autorità“.

Bisticcio linguistico, e quindi erronea traduzione, eccesso di qualunquismo o reale denuncia di uno scandalo?

Sono queste le letture possibili del “caso Muse” scoppiato in questi giorni a partire dalle dichiarazioni rilasciate dal cantante-chitarrista Matthew Bellamy all’Herald Sun.

Il trio composto dal frontman, Chris Wolstenholme e Dominic Howard è infatti impegnato nell’Unsustainable Tour a supporto dell’ultimo album The 2nd Law.

Proprio durante una delle tappe si sarebbe verificato un episodio di corruzione, necessario al normale svolgimento dello show previsto (e in effetti allestito) in altre parti del mondo: inutile specificare che il luogo dell’incidente burocratico si troverebbe proprio nella vecchia cara Italia, e nello specifico a Roma.

Chi ha assistito al concerto del 6 luglio sa che lo show è costellato di momenti pirotecnici spettacolari. Sembrerebbe però che per allestire tale meraviglia nello Stadio Olimpico della capitale sia stato necessario allungare qualche bustarella a chi di dovere:

Ovunque andiamo ci sono problemi. Abbiamo commercialisti e avvocati che si mettono d’accordo con ogni sorta di amministratori locali, polizia e promoter. A Roma abbiamo dovuto corrompere delle persone con migliaia di euro solo per ottenere di usare gli effetti pirotecnici.

Abbiamo dovuto telefonare all’Ambasciata Inglese a Roma e litigare con dei funzionari. Se vuoi fare questo tipo di cose di corsa è davvero un’impresa. È dannatamente costoso, è incredibile quanto lo sia, sul serio. Ma ne vale la pena e se alla gente piace, chi se ne importa?

L’affermazione di Bellamy ha scatenato varie polemiche per il modo in cui verrebbe compromessa l’immagine della nazione, anche se qualcuno ritiene che il termine “bribe” debba essere inteso con l’accezione di “tassa” piuttosto che di “bustarella”, trasformando il tutto in uno sfogo per l’esborso imprevisto.

Chi in ogni caso non ha preso per niente bene le esternazioni dei Muse è la società organizzatrice Vivo Concerti che si è affrettata a smentire vigorosamente le insinuazioni:

La licenza è stata concessa dalle autorità competenti dopo le opportune verifiche che hanno dimostrato che tutto era sicuro e regolare e dopo aver puntualmente messo in atto ed ottemperato ad ogni disposizione di sicurezza e accorgimento tecnico richiestoci, come è successo in tutte le altre città.

In questo momento la Questura di Roma è impegnata in accertamenti volti a comprendere quanto sia effettivamente successo allo Stadio Olimpico, mentre il cantante non è ritornato sulle proprie affermazioni.

Foto: Getty Images

Scritto da Style24.it Unit
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