Michael Jackson news: leggi l’interrogatorio di Conrad Murray!

L’interrogatorio è avvenuto due giorni dopo la morte di Michael Jackson. Il medico dice: “Amavo MJ, era un amico”

Al nono giorno del processo di Los Angeles, spunta un interrogatorio al medico Conrad Murray, a due giorni dalla morte di Michael Jackson per overdose di Propofol. Il dottore della star spiega che voleva salvare il cantante: “Quando diventai il suo medico, Michael Jackson era già in cura con questo anestetico, il Propofol, ed era anche in grado di somministrarselo da solo”. Era il maggio 2009.

Continua Murray: Michael conosceva tutti i dosaggi, di fronte alla sua insistenza, iniziati a prescriverglielo”. La polizia gli chiede con quale frequenza: “Quasi tutti i giorni”. Il medico afferma di aver provato a curargli questa dipendenza dal sonnifero: tre giorni prima della morte della popstar, “ho tentato di farlo dormire in modo più naturale”.

Murray tenta quindi di ridurre le dosi di Propofol e di somministrargli sonniferi più blandi. La notte tra il 24 e il 25 giugno, quando Michael Jackson era molto impegnato per le prove del concerto, succede però l’imprevisto. Preparando “This is it”, che doveva andare in scena a Londra, MJ insiste per riavere il Propofol.

“Mi aveva detto – svela nell’interrogatorio Murrayè importante che io dorma, ho queste prove. E se non dormo, dovrò annullare quelle di domani perché lei sa che se non dormo, non funziono”. Il medico, così è riportato nell’interrogatorio, tenta di somministrare al suo assistito un altro sedativo, ma poi è obbligato a somministrargli di nuovo il Propofol, “sotto stretta sorveglianza”.  “Ho preso tutte le precauzioni – ammette Murrayho verificato che c’era dell’ossigeno vicino al letto, e l’apparecchio per misurare le pulsazioni. Poi sono andato in bagno”. Un’assenza di soli due minuti, confessa il dottore. Alle 11, “quando sono tornato in camera, sono rimasto allibito nel vedere che non respirava più”.

Qui comincia il tentativo di salvarlo: “Ho cercato subito il suo polso. Il corpo era caldo e il colorito non era cambiato. Hoi iniziato a praticargli i massaggi cardiaci”. Tentativi che non riescono. Neanche la respirazione bocca a bocca riporta in vita MJ. Così Murray chiama l’assistente personale del cantante per avvertire il pronto intervento. Non arriva nessuno, così Murray scende al pianterreno per chiedere aiuto. La guardia di sicurezza, Alberto Alvarez, a quel punto sarebbe entrato in casa e avrebbe seguito Murray: “Gli ho chiesto di chiamare l’emergenza mentre continuavo i massaggi cardiaci”. Murray descrive nell’interrogatorio l’arrivo dei soccorsi, il trasferimento all’ospedale di Ucla e la morte del cantante, annunciata nel pomeriggio.

Un interrogatorio che fa però acqua a livello di orari. Secondo Murray tutto si è svolto molto velocemente, alle 11 Michael Jackson non respirava più. L’ambulanza, però, è stata chiamata solo alle 12.20. Murray non dice nulla, infine, sulle tante telefonate fatte tra le 11 e mezzogiorno.

Conrad Murray, se verrà condannato, passerà almeno quattro in carcere. Ma lui continua a professarsi innocente: “Amavo Michael Jackson, era un amico. Mi ha sempre dato fiducia e io volevo cercare di migliorarlo”.

Clicca qui per leggere la trascrizione dell’interrogatorio di Conrad Murray da parte della Polizia nel 2009.

Scritto da Style24.it Unit

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