Il prequel della storia di Dorothy che dal Kansas arrivava nel Regno di Oz
Il regista di culto Sam Raimi ritorna al cinema con un film prodotto dalla Disney, dopo lo strepitoso Drag Me To Hell e la brutta debacle di Spider-Man 3, franchise che è stato fatto ripartire da zero affidandolo a quel Marc Webb che a nostro modesto parere non ha sfigurato col primo The Amazing Spider-Man.
Il ritorno al fasto del budget sconfinato avviene dunque con un prequel delle avventure di Dorothy nella terra di Oz.
Attenzione, però, perché Il grande e potente Oz non è basato sulla leggendaria pellicola diretta da Victor Fleming nel 1939, ma sulla serie di libri dello scrittore L- Frank Baum.
Questa volta, in un film che ricorda per colori e ambientazione (ma si spera non negli esiti disastrosi) l’Alice in Wonderland di Tim Burton, protagonista della vicenda sarà proprio il misterioso mago che, molti anni più tardi, governerà la landa incantata grazie all’illusione.
E infatti Oscar Diggs (interpretato da James Franco) è proprio un mago di un circo in cerca di affermazione personale, un illusionista e prestigiatore che non si vergogna di usare le proprie capacità in modo moralmente equivoco. Dopo un prologo in bianco e nero e in formato 4:3, il nostro eroe arriva su una mongolfiera nel Regno di Oz, un luogo in cui Diggs potrebbe trovare un modo per ottenere la fortuna e la gloria che cerca tanto insistentemente.
Qui incontra le tre streghe che governano il Paese, Theodora (Mila Kunis), Evanora (Rachel Weisz) e Glinda (Michelle Williams). Ognuna di esse ha scopi e ambizioni differenti, e starà al futuro mago distinguere i buoni dai cattivi, arrivando a essere un uomo migliore e più generoso.
Non ci saranno forse scarpette rosse e le inimitabili camminate saltellanti su strade lastricate di mattoni gialli, ma il film di Raimi ha dalla sua l’abilità sconfinata di un regista che sa come muovere la macchina da presa e che di streghe se ne intende più di tanti altri (ricordiamo tutti con gran gusto la trilogia de La casa).
