Il Commissario Ricciardi: la sigla è una canzone di Pino Daniele

Arianna Giago

La mia passione è la comunicazione, la considero un'arte. Ho avuto esperienze come articolista web e come collaboratrice presso un giornale su carta stampata della mia zona, mestiere che mi ha insegnato molto, più di quanto possano fare i libri, e mi ha fatto capire che quella del giornalismo è più di una professione, ma una vera e propria vocazione. Raccontare le storie degli altri, per gli altri. Raccontare il mondo attraverso i nostri occhi, è un compito davvero importante.

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Il Commissario Ricciardi è una serie in onda su Rai 1 che si ispira all’omonima serie di romanzi scritti da Maurizio de Giovanni. Gli avvenimenti sono ambientati in una Napoli del 1932 e protagonista è appunto Luigi Alfredo Ricciardi, interpretato da Lino Guanciale, commissario della Mobile dotato di intuito straordinario che però nasconde un terribile segreto: l’uomo vede i fantasmi delle persone morte in modo violento ed è in grado di ascoltarne l’ultimo pensiero.

La serie, prodotta da Rai Fiction e diretta da Alessandro D’Alatri, sembra aver conquistato il pubblico non solo per la sua avvincente storia, ma anche per la canzone utilizzata per accompagnare la serie. La voce è quella, inconfondibile, del grande Pino Daniele.

La sigla del Commissario Ricciardi

Sarà arrivata subito all’orecchio dei fan più attenti la canzone utilizzata per aprire e chiudere gli episodi della serie tv de Il commissario Ricciardi.

Si tratta di “Maggio se ne va”, brano famosissimo del compianto cantautore napoletano Pino Daniele.

La traccia chiude il disco dal titolo “Bella ‘mbriana”, del 1982. Ad accompagnare la voce dell’artista è il suono del sassofono di Wayne Shorter compositore statunitense. A legare il cantante e il musicista una passione viscerale per il jazz e le tradizioni, un binomio che con i due è destinato a danzare insieme, dando vita ad uno stile inconfondibile che ancora oggi emoziona.

Il brano di Pino Daniele

Il brano di Pino Daniele scelto per accompagnare la serie tramessa sulla rete ammiraglia della Rai è simbolico, tanto quanto lo è la serie stessa. Nel testo la Fede in Dio e i sentimenti umani camminano insieme, così come il Commissario Ricciardi, è destinato a camminare insieme ai fantasmi che lo accompagnano.

In entrambi i casi, si tratta del giusto connubio tra sacro e profano che fa dell’essere umano ciò che è, in carne ed ossa.

Trama della serie tv

Ma di cosa parla la serie de Il commissario Ricciardi? La storia, come abbiamo già accennato, è ambientata a Napoli nei primi anni ’30, in pieno regime fascista.

Al centro delle vicende c’è il commissario di polizia Luigi Alfredo Ricciardi, che nasconde un segreto ereditato dalla madre. Riesce infatti a percepire gli spiriti delle vittime (che lo siano di incidenti o di omicidi), che gli ripetono ossessivamente l’ultima frase detta prima di morire.

Il commissario Ricciardi, proprio a causa di questa sorta di maledizione che lo accompagna, risulta essere un uomo schivo, con pochi affetti. Nella sua vita, oltre alla tata Rosa, a cui vuole bene come se fosse una madre, ci sono infatti poche altre persone, tra cui Enrica Colombo, la ragazza della quale è innamorato, interpretata dall’attrice Maria Vera Ratti.