La protagonista Ellie assomiglia molto all’attrice di Juno e Inception
Al cinema siamo sempre più abituati a vedere recitare, come se fossero dei normali attori, creature più o meno antropomorfe generate interamente al computer.
Ma – pensiamo per esempio al celeberrimo Gollum – ci sono anche molti casi in cui è un attore a prestare i propri movimenti ed espressioni facciali a un prodotto del potentissimo calcolo binario operato da un pc, come mostrato egregiamente nel secondo incarico del protagonista di Holy Motors.
Anche i videogiochi ormai, che – come va di moda dire – sono sempre più simili a dei film interattivi, fanno ampiamente uso della tecnica del motion capture e impiegano interpreti più o meno famosi per caratterizzare i personaggi che saranno controllati dal giocatore.
Ultimamente il mondo videoludico è stato scosso dall’arrivo di The Last of Us per Playstation 3, un’avventura di sopravvivenza in un mondo post-apocalittico reso tale da un’improvvisa epidemia di zombie-infetti.
Giudicato immediatamente un capolavoro di narrazione unita a un’esperienza di gioco profonda e realistica, The Last of Us ha però avuto il demerito di fare arrabbiare Ellen Page, l’attrice nota al grande pubblico come l’eroina eponima del film Juno o l’architetta di sogni in Inception.
Questo perché molti giocatori hanno riconosciuto le sue fattezze in quelle di Ellie, ragazzina co-protagonista del gioco: ai tempi del primo trailer la somiglianza tra le due (la Page è famosa per essere in grado di sembrare molto giovane) era notevolissima, quasi lampante, ma dopo un’aggiustata – evidentemente colpevole – il personaggio virtuale è risultato essere meno sovrapponibile a Ellen e più vicino ad Ashley Johnson, l’attrice effettivamente scelta come modello dalla casa di produzione.
In realtà Ellen Page non si sarebbe arrabbiata allo stesso modo se non fosse attualmente impegnata proprio nelle sessioni di registrazione dei movimenti per un altro videogioco, Beyond Two Souls, una misteriosa avventura esistenziale di cui è protagonista insieme a William Dafoe.
Non ci sono evidentemente gli estremi, né il desiderio, di un’azione legale, anche perché da sempre i protagonisti di fumetti e videogiochi rendono omaggi ai divi del cinema in questo modo. Certo che però chiedere il permesso a qualcuno che è impegnato in un altro progetto molto simile parrebbe cosa buona e giusta…
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