Tutti vogliono sapere cosa succede tra quelle quattro mura…
“Dunque, ci sono 115 vecchi rinchiusi nella Cappella Sistina. Nessun contatto con l’esterno, non possono parlare con nessuno, ogni tanto immagino ci sarà qualche crisi di pianto, magari c’è qualcuno dentro che li aiuta a superare questi momenti difficili, sai com’è, per tenerli attivi e partecipi.
Ogni giorno votano per decidere chi di loro dovrà accollarsi l’incarico più prestigioso ma anche oneroso.
Ti puoi immaginare la situazione: giochi di potere, alleanze inaspettate, simpatie, antipatie, vecchie conoscenze, accordi sottobanco, spartizioni della fetta di torta. Alla fine però ne rimane solo uno, colui che è stato eletto dalla maggioranza costituita da minimo i due terzi dei partecipanti. E poi lo presentano in pompa magna al pubblico.”
“Senti, io già te l’ho detto. A me la nicchia degli anziani piace molto, e mi pare un target che si può sfruttare a dovere, vedi quello che ha fatto Maria De Filippi.
L’idea è interessante e te l’appoggerei, posto che i reality show non stanno andando al massimo in questo momento… ma ho qualche perplessità: perché così tanti vecchi?
Non rischiamo di confondere un pubblico che alla fine è prevalentemente arterosclerotico? E poi cos’è sta fissazione per la Cappella Sistina? Facciamo una chiesa sconsacrata, no? Costa meno ed è d’effetto. Che poi lo devo ammettere, hai avuto l’intuizione: col Conclave che fanno adesso l’ecclesiastico tira un botto.
”
“Scusa ma io proprio di quello stavo parlando, che hai capito tu?”
Facezie a parte, è innegabile che il Conclave per l’elezione del prossimo Papa effettivo dopo le dimissioni di Benedetto XVI ora emerito sia l’evento mediatico del momento. Un evento che ha più di un punto in comune con il genere televisivo del reality show, come voleva dimostrare la scenetta di poco sopra (ironica, per carità, spero che nessuno si offenda).
Peccato però che la segretezza e la riservatezza siano da sempre prerogativa e condicio sine qua non degli eventi di maggiore importanza nel mondo della Chiesa. Riserbo, isolamento, autonomia, superiorità della sfera spirituale su quella materiale: caratteristiche proprie di ogni istituzione religiosa, è vero, ma che ultimamente hanno fatto discutere anche il mondo dei laici e dei profani sempre più interessato al magistero cattolico.
Si veda per esempio lo scottante servizio delle Iene in cui venivano intervistati alcuni dei cardinali entrati oggi in Conclave che, alla domanda sulla liceità della presenza di Roger Mahony (accusato di aver coperto innumerevoli casi di pedofilia), avevano opposto il più fermo silenzio. “Non ho voglia”, “Non ne posso parlare”, “Non mi riguarda”: risposte un po’ difficili da digerire anche per un gregge che confida in modo assoluto nei propri pastori, figuriamoci per gli scettici.
Mentre il mondo si chiede chi vincerà tra i due favoriti Angelo Scola (arcivescovo di Milano dato dai bookmakers a una quota oscillante tra 3 e 3,75 volte) e Odilo Pedro Scherer (arcivescovo di San Paolo del Brasile, tra 4 e 5), mentre i millenaristi si augurano che il nuovo Papa non sia di colore (per Nostradamus si tratterebbe dell’ultimo pontefice prima della fine del mondo), mentre i curiosi si chiedono cosa renda bianca o nera la fumata derivante dalla combustione delle schede (semplici reagenti chimici, nulla di illegale), c’è anche chi si chiede cosa farà il nuovo Papa per il mondo cattolico, come affronterà la valanga di fango che ha costretto Ratzinger alle dimissioni (sia stato per vergogna, ricatto, o fatica non è chiaro e forse non lo sarà mai) e se si aprirà alle richieste del tanto vituperato secolarismo post-illuminista e relativista in cui sguazziamo ormai da decenni.
Domande oziose, forse. Noi nel frattempo restiamo in attesa dei risultati della partita di pallavolo… cioè, dell’esito della prima votazione, atteso per questa sera alle 20 (tra l’altro lo sapevate che i soliti bookmakers prevedono nettamente l’accordo papale per la giornata di domani?).
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