Chi era Carlos Castaneda: storia dello scrittore peruviano

Carlos Castaneda ha presentato nei suoi libri un nuovo punto di vista che ha lasciato tutti incuriositi, scopriamo quindi il suo pensiero.

Se quello che viene raccontato nei suoi libri è oggetto di esperienze realmente accadute oppure no è difficile dirlo. La sua figura misteriosa non ha mai permesso di vedere le cose con chiarezza ma per molti la sua produzione letteraria è innegabilmente strepitosa e rivoluzionaria.

Chi era Carlos Castaneda

Carlos Castaneda, nato Carlos César Salvador Aranha Castañeda (Cajamarca, 25 dicembre 1925 – Los Angeles, 27 aprile 1998), è stato uno scrittore peruviano. Della sua infanzia si faticano a trovare notizie coerenti, sicuro è che intorno agli anni ’50 si trasferisce a Los Angeles ottenendo diverso tempo dopo anche la cittadinanza. 

Nel 1960 corona l’amora con Margaret Runyan con un matrimonio finito tristemente in divorzio appena sei mesi dopo. Nel frattempo consegue anche una laurea in arte e successivamente in filosofia all’Università della California. Nel 1968 esce il suo primo libro “Gli insegnamenti di Don Juan” con cui inaugura la sua carriera letteraria.

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La sua personalità ha spesso lasciato interdetti i giornalisti della stampa ma anche i colleghi. Aveva infatti concordato con Fellini che avrebbero realizzato insieme il film trattato dal suo grande successo ma di punto in bianco Castaneda si dilegua. Torna all’attenzione del pubblico nel 1990 con un nuovo racconto questa volta accompagnato da seminari e workshop sulla tensegrità.

Don Juan come guida di Carlos Castaneda

Con questo termine si introduce una tematica chiave delle opere di Castaneda: la magia. L’autore infatti dichiara di essere costantamente sotto la guida di uno sciamano nativo americano chiamato “Don Juan” incontrato nel 1960. Durante le sue ricerche scrive una serie di diari personali diventati poi i suoi primi libri dove descrive il suo “apprendistato” con uno sciamano. 

Spesso si è cercata una relazione tra le sue teorie e l’utilizzo di droghe, ma Castaneda ha affermato che queste sostanze possono danneggiare la sua sfera luminosa di emanazioni del corpo energetico. Quest’ultima riflessione è giunta però solo dopo aver compresp che le sostanze allucinogene non sono necessarie per abbattere le sue convinzione se si concede più fluidità e così se ne è allontanato per conservare la sua purezza.

Attraverso il pensiero di Don Juan in “A scuola dello stregone” riassume così l’idea di “Cammino del Cuore”:

“Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando senza fiato.”

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I punti chiave del pensiero di Carlos Castaneda

Secondo la dottrina di Don Juan si è molto lontani da credenze mistiche, esoteriche o religiose. Il tema proposto non prevede santificazione o presenta di un tema salvifico a confronto con una serie di punizioni. Si riflette principalmente sull’importanza dell’io e della capacità di svilupparsi attraverso arti o tecniche. L’individuo si autoregola e si responsabilizza solo, senza una serie di dottrine e credenze. 

Ci sono però una serie di punti chiave che possono agevolare la comprensione di questo tema complesso. L’aspirante stregone nel raggiungimento di un traguardo trova sulla via della conoscenza una serie di cosiddetti “nemici naturali” e questi sono la paura, la lucidità, il potere e la vecchiaia. Per raggiungere i propri obiettivi ci sono diversi strumenti detti “Le tre arti” e sono: l’arte dell’agguato, l’arte del sognare e l’arte dell’intento. Il suo lavoro non è stato esente di critiche perchè molti nel mondo accademico lo hanno accusato di essersi appropriato del lavoro altrui ma anche di non aver proposto qualcosa di autentico.

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Scritto da Alessandra Coman

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