“Magari caschi“, esclama un passante inviperito mentre Valeria Marini sale la scalinata che conduce alla Basilica di Santa Maria in Aracoeli, dove ieri pomeriggio si è sposata con l’imprenditore Giovanni Cottone.
Ma l’augurio malevolo non è stato tra gli eventi più inconsueti dell’evento, che ha richiamato a Roma un ampio campionario di personaggi dello spettacolo che in tanti si erano dimenticati di avere mai intravisto nella loro vita.
A partire dalla rilevanza della sposa, in realtà, la cui carriera televisiva, dopo il boom degli anni 90 (i molteplici spettacoli con la compagnia del Bagaglino, lo “scandaloso” film erotico Bambola di Bigas Luna, la conduzione di Sanremo), è naufragata tra frequenti ospitate, reality show di dubbia importanza.
E che ora, per risollevare l’attenzione su di sé, da tempo dedicatasi a una proficua attività da stilista-designer, ha organizzato una cerimonia di nozze sfarzosissima e coatta degna della dissoluzione tipica di ogni fine Impero (personalmente proporrei come paragone la decadenza di quello romano).
La figura barbina, però, più che dalla sposa, incurante di ogni cosa se non del clamore provocato dal “giorno più bello della sua vita”, è stata fatta dalla Rai e dalla rete ammiraglia.
Il contenitore Domenica In – Così è la vita, condotto da Lorella Cuccarini si è infatti accaparrato una falsa esclusiva sull’evento di cui in realtà è riuscito a fornire ben poche immagini rilevanti.
Anche perché, affermano i maligni lungimiranti, la presenza di Alfonso Signorini quale testimone di nozze della burrosa sarda lascia intendere che il servizio fotografico a copertura della festa vip sarà appannaggio del settimanale Chi (l’arrivo di Valeria, infatti, è stato coperto grazie all’ostruzione di una corona di ombrelli bianchi intorno alla sua silhouette).
Il pomeriggio domenicale di Rai 1 ha fatto ri-sorgere prepotentemente un dubbio che gli spettatori televisivi covano da ormai troppo tempo, nello specifico il motivo del pagamento del canone Rai. Lasciamo da parte l’inefficienza della copertura mediatica, ma a fare scalpore è stata una tonitruante bestemmia (di un bodyguard o di un paparazzo?) risuonata forte e chiara sul limitare della chiesa, barriera invisibile oltre la quale le telecamere non potevano addentrarsi.
L’opinionista Pierluigi Diaco si è immediatamente scusato col pubblico e dissociato: “Un linguaggio di cattivissimo gusto“. Eppure lo avrei voluto vedere nei panni dell’addetto alla sicurezza, intento a tenere a bada la folla festante e lo zoo di vip presenti.
Tanto più irritato, magari, nel momento in cui si è dovuto sorbire mille banalità, come quella provenente dalla bocca di Emanuele Filiberto di Savoia, ospite d’eccezione che commentava la tiara di diamanti della Marini: “Tutti i matrimoni sono principeschi, perché coronano un sogno d’amore“.
Auguri agli sposi e figli maschi, allora. E, nel caso, il divorzio rigorosamente a porte chiuse. Ve ne prego.



