Si chiude a Las Vegas ciò che era iniziato a Las Vegas
Nel 2009 Todd Phillips diresse il primo Una notte da leoni e, tramite l’escamotage di sceneggiatura di una sbronza colossale dopo la quale i protagonisti del film non ricordano più nulla, riuscì a costruire una commedia di grande successo basata sull’affastellamento convulso e ipertrofico di situazioni catastrofiche e progressivamente sempre più ridicole.
Fiutata la formula perfetta per sbancare il box-office venne prodotto un seguito che, a parte l’ambientazione thailandese, venne accolto come una copia carbone del predecessore, priva dell’elemento di originalità che aveva fatto faville nel primo episodio.
Adesso, per chiudere quella che è diventata una trilogia i quattro componenti del branco di lupi, Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan (Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) ritornano dove tutto ebbe inizio, a Las Vegas, per neutralizzare una volta per tutte il caos che aveva sconvolto le loro vite.
Sono passati infatti due anni e gli amici vivono tranquilli le proprie esistenze, dopo aver distrutto le prove degli eventi dei due film precedenti e aver messo la testa a posto.
L’unico cui le cose non sembrano andare bene è Alan, incapace di crescere e rimasto lo stesso adolescente quarantenne di sempre.
Il gruppo decide di aiutarlo e lo convince a farsi inserire in una struttura che possa provocare un cambiamento in lui: riluttante, il più folle dei quattro accetta solo grazie alla promessa di un nuovo viaggio insieme ai compagni di avventure. Naturalmente anche questa volta succederà qualcosa che scompaginerà i piani, ma più che un percorso a ritroso si tratterà di una ricerca di chiarezza, innescata dal passato turbolento che aleggia su tutti.
Proprio in questo modo il regista ha spiegato il senso ultimo del film: “Abbiamo scoperto una serie di materiale incompiuto che unisce tutti e tre i film che ci ha fatto giungere ad una storia finale che non finisce di per se stessa, ma che mette fine a tutte e tre le storie. Succede qualcosa all’inizio, anche se in pochi ne hanno capito il significato, e questa cosa ritorna a perseguitare I ragazzi spingendoli su un sentiero che sarà, in molti modi, il viaggio più difficile e problematico mai vissuto.
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