Un thriller morale ad alta tensione
Affascinante musa del cinema indipendente americano, Brit Marling non è solo un’attrice di sicuro talento il cui potenziale deve ancora essere scoperto, ma si è rivelata anche come raffinata sceneggiatrice nei tre film che l’hanno messa in luce.
Inizialmente ci fu Boxers and Ballerinas, documentario in giro per il mondo incentrato sulle sue due figure del titolo. Poi, sempre insieme al sodale Mike Cahill, il primo centro con l’ottimo Another Earth, fantascienza speculativa su universi paralleli e scelte fatidiche.
E infine Sound of my Voice, prima collaborazione tra l’attrice e il regista Zal Batmanglij, di cui questo The East appena arrivato nei cinema italiani sembra essere quasi una sorta di remake alternativo non dichiarato. Entrambi infatti presentano la medesima situazione di partenza: il tentativo di infiltrazione, probabilmente andato a buon fine, di un elemento estraneo in un gruppo chiuso che per evidenti ragioni poco si fida di nuovi arrivati.
In Sound of My Voice si parlava di una piccola cerchia di iniziati a un culto misterico new-age dalle influenze fantascientifiche, mentre The East prende di petto la tematica dell’eco-terrorismo. Il gruppo eponimo, che predica la responsabilità sociale e la solidarietà, è dunque autore di atti di disturbo e raid ai danni dei dirigenti di multinazionali che con le loro sostanze tossiche distruggono l’ambiente.
La protagonista Sarah, ex agente FBI, riuscirà a guadagnare la fiducia del nucleo anarchico, ma presto incomincerà a chiedersi se gli ideali dei “criminali” e la loro lotta siano poi così ingiusti.
Lacerata tra la fedeltà dovuta alla sua nuova famiglia e la missione che deve compiere, la ragazza si troverà a dubitare di tutto e tutti.
Nel cast della pellicola troviamo anche Ellen Page (Juno, Inception), Alexander Skarsgård (Melancholia, True Blood) e Julia Ormond.
