Berlusconi finisce la sua settimana di monologhi televisivi nell’Arena di Massimo Giletti a Rai uno. Ancora prima che la trasmissione venga messa in onda è possibile prevedere quali temi non saranno affrontati
La sbornia televisiva di se stesso che Berlusconi ci ha inflitto non è ancora finita: dopo l’imbarazzante monologo con Barbara D’Urso, le telefonate mattutine con Belpietro, la comparsata nel salotto di Bruno Vespa, lo spottone a Quinta Colonna di Del Debbio e le incursioni in radio, il Cavaliere approda di nuovo alla televisione pubblica per farsi intervistare da Massimo Giletti.
Scrivo qualche ora prima della messa in onda, ma è facilissimo immaginare e prevedere quali saranno i contenuti del colloquio. Del resto Berlusconi quando va in tv non vuole farsi intervistare, non ha mai concepito il piccolo schermo come un mezzo d’informazione e non tollera d’essere contraddetto dai giornalisti: lui si concede esclusivamente per pubblicizzare la sua proposta politica. Ciò esige che ci sia un interlocutore del tutto sottomesso che lo lasci parlare a ruota libera e gli funga da semplice spalla, e che nelle diverse apparizioni possa ripetere gli stessi concetti con le stesse parole fino alla saturazione, alla ricerca appunto dell’effetto spot: messaggi sintetici, semplici, d’effetto e ripetuti all’infinito.
Come detto, questa strategia è percorribile solo potendo disporre di una informazione piegata ai propri interessi e di giornalisti senza spina dorsale: quindi, verosimilmente, quella con Massimo Giletti è l’ennesima occasione d’oro. Comunque, se il conduttore dell’Arena – colto da un improvviso attacco di professionalità giornalistica – volesse proporre all’ex premier qualche domanda vera, che qualunque cittadino con la schiena dritta avrebbe molta voglia di rivolgergli, mi permetto di suggerire un breve elenco.
Eccolo: Onorevole Berlusconi, lei ha governato come nessun altro durante la Seconda Repubblica ed è stato premier quasi interrottamente negli ultimi dieci anni, è legittimo considerarla il maggiore responsabile del disastro italiano? E come può oggi presentarsi per riparare ai danni prodotti? Come giudica l’assoluta disistima internazionale che la circonda, con gli statisti stranieri che ridacchiano di lei ai vertici internazionali e la stampa di tutto il mondo che la tratta con un disprezzo riservato solo ai dittatori del Terzo Mondo? Non trova quantomeno inopportuno che un personaggio come lei, condannato in primo grado per una mega evasione fiscale e definito un “delinquente naturale” dai giudici, nonché sotto processo per concussione e prostituzione minorile, decida di candidarsi a Palazzo Chigi? Ce ne sarebbero molte altre, ma mi fermo qui.
Sarebbe già un miracolo se Giletti si limitasse a queste.
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