“Preferisco le brutte, apprezzano di più”
Dopo la partecipazione a Sanremo nel duetto con Elio e le Storie Tese Rocco Siffredi, l’attore più amato d’Italia (non credo servano riduzioni di genere), si mette a nudo in un’intervista su Vanity Fair (l’intervista integrale in edicola dal 20 febbraio).
Racconti piccanti, controversi, che parlano di un’aspirazione (degenerata in mania) da cui è nato il suo lavoro, e viceversa: ecco perché il porno ha salvato Rocco.
La sua storia (quella raccontata nell’intervista) inizia vent’anni fa, all’epoca in cui conosce la moglie Rosa: è colpo di fulmine, lui (secondo canoni di corteggiamento sui generis) la invita a girare un film porno, lei accetta a patto di fare sesso solamente con lui, la loro prima volta si consuma sul set.
Rosa abbandona subito il mondo dei film a luci rosse, sposa Siffredi e con lui ha due figli.
È allora che Rocco decide di smettere di recitare per passare dietro la macchina da presa, con qualche problema:
“Avevo pensato di fermarmi perché i miei figli erano piccoli, non volevo che il mio lavoro fosse un problema per loro durante l’adolescenza. Invece a 42 anni andavo a mignotte tutti i giorni, ero come un tossico, avevo bisogno di carne. Poi tornavo a casa, trovavo una famiglia bellissima, mi guardavo allo specchio e mi chiedevo: perché sono così merda?“.
L’attore viene scoperto per sbaglio a causa di una chiamata partita per sbaglio (come nella più crudele realtà):
“Un giorno mi capita la sfiga: stai praticando sesso orale su una bella donna e ti parte la chiamata dopo che hai detto a tua moglie: “Amore, vado a dormire”. Giravo un film a Praga come produttore e regista e la truccatrice-attrice mi dice che le piacerebbe fare sesso con uno particolare.
Tutto il cast guarda me. Io rispondo: “Ok, comincio io, ma come si riscalda ci divertiamo tutti insieme”. Poco dopo parte per sbaglio la chiamata“.
Lei vuole divorziare e lui le confessa delle numerose relazioni sessuali a pagamento avute in quel periodo:
“Abbiamo iniziato a parlarne, e questo ci ha unito. Le ho raccontato che non mi riconoscevo più nel Rocco che di colpo era diventato il bravo ragazzo. Il mio peggior difetto è che mi dispiace deludere. Quella volta non era solo il desiderio di scopare la ragazza: volevo dimostrare agli altri attori che non ero diventato un prete. Tipo: ci facciamo un bicchiere e due risate dopo cena tutti insieme? […] Il sesso nei film porno non è legato ai sentimenti che provo per mia moglie. Non volevo un’amante, ne potevo avere un sacco, anche famose. Avevo solo bisogno di sfogarmi per salvare il nostro rapporto (qui Rocco mi fa un poco pena…)”.
Ed ecco arriva la soluzione:
“Lei mi ha proposto di parlarne con uno psicologo, ma non ho voluto. Noi abruzzesi pensiamo sempre di riuscire a cavarcela da soli. Alla fine sono arrivato a una conclusione: c’è qualcosa che non va in me, qualcosa di molto negativo, ma probabilmente non lo voglio vedere perché è poi quello che mi dà la possibilità di essere chi sono. Rosa mi ha capito, e mi ha incoraggiato a riprendere a girare film. Mi ha detto: “Se avevi smesso per me, non ti preoccupare. Preferisco saperti al lavoro che vederti tornare a casa in preda ai sensi di colpa”. Io sono rinato“.
Il mondo torna a girare per merito di una donna?
Parentesi politica:
Come mai l’attore porno è un mito e l’attrice porno è una mignotta?
“Molti italiani in fondo sono contenti del bunga bunga di Berlusconi, perché sarebbe piaciuto farlo a loro. Ma come avrebbero reagito se l’avesse fatto una donna? L’avrebbero mandata via a calci, perché sarebbe stata la vergogna dell’Italia”.



