Chi era René Magritte: storia dell’artista surrealista

René Magritte è stato uno degli artisti più rivoluzionari del ‘900 insieme ai suoi colleghi della corrente surrealista. Le sue rappresentazioni diventando un punto di riferimento per i contemporanei e le produzioni successive. Conosciuto nella cultura di massa soprattutto per il suo “Questa non è una pipa”, “Il figlio dell’uomo” e “Lovers”.

Chi era René Magritte

René François Ghislain Magritte (Lessines, 21 novembre 1898 – Bruxelles, 15 agosto 1967) è stato un pittore belga. Cresce in una famiglia che si trasferisce diverse volte nel corso della sua infanzia. All’età di 14 anni viene segnato dalla morte della madre che emerge in alcuni suoi dipinti.

Chi era René Magritte

Dopo gli studi quindi si interessa alla pittura e si iscrive all’Accademia di belle arti di Bruxelles dove segue i corsi di grandi pittori connazionali. Pochi anni dopo si trasferisce con Georgette Berger, diventata sua moglie, e inizia a lavorare come grafico per il design delle carte da parati.

L’inizio della carriera artistica

Rimane affascinato dalle avanguardie futuriste assimilando il possibile dal cubismo e il futurismo. La svolta arriva con la scoperta delle opere di Giorgio de Chirico che descrive come “taglio netto con le abitudini mentali di artisti prigionieri del talento, dei virtuosi e di tutti i piccoli estetismi consolidati: un nuovo modo di vedere.”

Aderisce quindi nel 1925 al gruppo surrealista di Bruxelles dove inizia a sperimentare dipingendo quello che vede. Si accorge che però non segue più linee guida reali, ma che crea qualcosa di nuovo, come avviene nei sogni.

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Dopo un’importante esposizione di ben sessanta opere si trasferisce per un periodo a Parigi con la moglie. Terminata la sperimentazione e tornato a casa inizia il periodo più prospero della sua produzione artistica con ben 800 disegni e tele.

Stile e caratteristiche del surrealismo

La rappresentazione di una realtà quasi sognata prende il nome di illusionismo onirico. Rappresenta per esempio scarpe che si tramutano in dita dei piedi o trasformare paesaggi da diurni a notturni con lo scopo di creare un cortocircuito visivo nello spettatore.

Crea inoltre accostamenti inconsueti con deformazioni irreali, con la volontà di valorizzare oggetti usuali e decontestualizzarli. Il tema che il suo stile svela è a tratti vicino a quello della metafisica del suo modello, De Chirico. Il suo lavoro ricorda quello di un illustratore di connotazione quasi infantile. Gli piace l’idea di creare un aspetto pittorico senza ricercare un illusionismo fotografico.

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Nel 1928 dipinge l’iconico “La Trahison des images(Ceci n’est pas une pipe)” che diventa per lui simbolo enigmatico del modo di comprendere l’arte. L’opera vede una pipa seguita dalla scritta “questa non è una pipa”, a voler indicare la sostanziale differenza tra la realtà e la rappresentazione di questa.

Il suo surrealismo mostra uno sguardo lucido sulla realtà che lo circonda, andando quasi all’opposto delle rappresentazioni di Salvador Dalì per esempio, mancando quella vena di esasperazione egocentrica.

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