Raffaella Fico e Pia test DNA: arriva la prova chiesta da Balotelli

Pia è la forma… evoluta del padre. E di noi due insieme. La guardo e ricordo quello che è stato tra me e Mario, una storia importantissima. Ma penso anche a quanto di bello si stia perdendo lui, non avendola ancora vista e presa tra le braccia”.

Probabilmente, stando al filo logico creatosi nella mente d Mario Balotelli, l’ex compagna Raffaella Fico, pur di farlo tornare fra le sue braccia, avrebbe costretto un ragazzo di colore a darle un figlio, da spacciare poi come frutto tangibile del loro amore perduto.

All’indomani della notizia della gravidanza, data dalla soubrette a mezzo stampa, il calciatore domandava prove, certezze, insomma il test del Dna.

Raffaella partorisce solitaria e la bambina, chiamata Pia, solertemente fotografata, mostra immediatamente delle caratteristiche (in primis il colore mulatto) che la legherebbero indissolubilmente al calciatore, a conferma delle dichiarazioni della madre.

Sarà stato allora che Balotelli ha orchestrato la strana fantasia? La storia, in effetti, è complicata e non del tutto interpretabile, poiché giunge alle nostre orecchie e sotto i nostri occhi sotto forma di fiumi di dichiarazioni e mare di parole incomplete e sempre di parte.

Suppliche pubbliche, chiusure via comunicato stampa, sino alla battaglia legale che vedrebbe definitivamente contrapposti Raffaella e Mario. L’unico problema sta nell’esistenza di una bambina che leggerà la propria storia su squallide riviste di gossip e in tristissime interviste.

Detto questo, nonostante si fosse detta indignata dalla richiesta di prove ufficiali, col solo fine di far venire alla luce la verità, la Fico è passata ai fatti sottoponendo Pia al test.

I risultati arriveranno a breve e metteranno (forse) alle strette il giocatore:

Guardatela? Non è bellissima? A volte mi alzo la mattina e sono triste, ma mi basta prenderla in braccio, accarezzarla, per sentirmi bene. Le ho dato la vita e lei ha reso migliore la mia. Ma è inutile negarlo: non è stato e non sarà semplice. Ho tante responsabilità. Finora ho dovuto essere madre e padre per questa bimba. Quando ci penso le stringo le manine.

Lei sorride, io mi sento più forte. Io e Mario progettavamo da mesi di avere un figlio, Lui me l’ha chiesto e l’abbiamo cercato. Insistentemente. Volevamo anche sposarci. Mario mi ha regalato un anello, io ho tatuato sull’anulare destro le sue iniziali, lui ha una R, un cuore e una F sul braccio destro. All’epoca giocava nel Manchester. Per stare con lui ho trascurato il mio lavoro. Ci credevamo. O meglio, io ci credevo davvero. Pia è la forma… evoluta del padre. E di noi due insieme. La guardo e ricordo quello che è stato tra me e Mario, una storia importantissima. Ma penso anche a quanto di bello si stia perdendo lui, non avendola ancora vista e presa tra le braccia. Non me ne capacito. Vorrei che incontrasse Pia. Le volesse bene. E trovasse il modo di avere un rapporto civile con me, per nostra figlia. Sarei tranquilla così. Ho perso mio padre un anno e mezzo fa, so cosa significa sentirlo accanto e che vuoto si provi a non averlo più. Un padre è un punto di riferimento, non voglio pensare che la mia bambina ne venga privata“.

Scritto da Style24.it Unit
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