Maria Cristina Maffeis, “Cascasse il mondo”: recensione del nuovo romanzo

Maria Cristina Maffeis in Cascasse il mondo racconta la storia di come un'amicizia possa salvarti la vita. Il racconto di quattro donne diverse tra loro pronte a non lasciarsi mai andare e aiutarsi per sempre.

L’amicizia tra donne è da anni rappresentata in diverse forme nel mondo cinematografico e letterario. Dal periodo del liceo presentato con il classico “Mean Girls” all’iconico “Sex and the City”, ormai in un cult nel suo genere. Ed è di amicizia che parla anche il nuovo romanzo di Maria Cristina Maffeis, “Cascasse il mondo” che supera le conversazioni adolescenziali su quanto sia complesso il primo amore, per lasciare spazio a conversazioni dure e difficili da affrontare. Attraverso una scrittura chiara e leggera la Maffeis salta da momenti leggeri ad argomenti delicati con estrema naturalezza.

Maria Cristina Maffeis, “Cascasse il mondo”: storia di quattro ragazze

Il romanzo racconta le vicende di quattro amiche con una vita comune. Gli occhi della protagonista Titti, lo spirito libero, fanno da voce narrante nella descrizione delle loro avventure. Grazie ai suoi momenti di pace alternati a momenti più frizzanti la narrazione è elettrizzante. La sua vita non è facile, anzi, gli eventi la portano anche a dover affrontare nuovamente una malattia che pensava di aver superato. Nella sua vita a Parigi scopre il vero sapore della delusione e la velocità con cui si esaurisce un momento felice.

Per fortuna però alla sua storia si interseca quella di Ndidi, esempio di forza e rivoluzione. Una donna nera che si ritrova a dover combattere contro pregiudizi razziali nonostante viva in Italia da molti anni. Il suo è un esempio di forza, perché nonostante tutto realizza il suo sogno di diventare chirurgo. Nelle sue riflessioni, oltre al razzismo, risulta centrale un pensiero profondo sulla fine dei rapporti amorosi raccontati dal punto di vista di una donna molto razionale e cinica.

Irma, al contrario, si dimostra pienamente consapevole e a comando delle sue emozioni. Il suo è un animo in completa metamorfosi. Vuoi per la sua professione di psicologa, vuoi per indole, è una persona curiosa, determinata a vivere a pieno la vita con tutte le emozioni che ha fa offrire. Dalle amiche viene soprannominata “La dolce”.

Con Adriana si apre un ulteriore riflessione sull’attualità italiana: la precarietà dell’insegnamento. Apprezza la sua professione, ma spesso si sente vittima di un gioco più grande che non va a suo favore. Con il suo animo inguaribilmente romantico si ritrova a cadere nella distimia, un disturbo dell’umore simile alla depressione.

Come un caffè al bar può cambiare la vita

L’amicizia nasce e cresce in un bar, luogo straordinario nella sua ordinarietà. Tra i problemi di cuore, in famiglia e con animali domestici raccontati con una vena comica, queste donne devono superare insieme questioni più pesanti. Alle grandi riflessioni si alternano fondamentali momenti leggeri che servono ad equilibrare la narrazione.

Uno dei punti cardine che accomuna le protagoniste di questa amicizia è il continuo domandarsi se la strada intrapresa nella propria vita sia quella giusta. In momenti di smarrimento capiscono infatti quanto possa salvare la vita una telefonata o un caffè al bar e che “cascasse il mondo” non può mai smettere di esserci.

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