Questa sera e domani il ritorno dello storico attore in televisione con un dramma storico
Ricordo come una volta, colloquiando di Pontefici con un gruppo di amici molto devoti, me ne uscii con il seguente interrogativo: “Se Giovanni XXIII viene definito ‘Il Papa buono’, allora vuol dire che nel passato ci sono stati dei Papi, come dire… cattivi, malvagi?!”
La miniserie televisiva L’ultimo Papa Re, in onda questa sera e domani su Rai 1, potrebbe rispondere affermativamente alla mia domanda, che naturalmente al tempo rimase inevasa.
La fiction in due puntate con protagonista il grande Gigi Proietti rappresenta una sorta di omaggio – remake – rivisitazione ampliata della pellicola del 1977 di Luigi Magni, In nome del Papa Re, nella quale era l’indimenticato Nino Manfredi a vestire i panni del protagonista cardinale Colombo.
Quest’ultimo, infatti, nella sua duplice veste di Commissario della Polizia Pontificia e di giudice del Tribunale Supremo dell’Alta Consulta ha l’incarico di investigare sui fatti del 22 ottobre 1867, quando la caserma degli Zuavi, i mercenari al soldo di Pio IX (il Pontefice allora in carica) venne fatta esplodere da tre giovanissimi patrioti.
Il trio compie il temerario gesto per appoggiare il tentativo di Garibaldi di entrare nella capitale e porre fine al regno della Chiesa, a conti fatti l’ultimo ostacolo alla unificazione della nascente nazione italiana.
Ma sono giorni molto difficili per Colombo, dalle vedute liberali e tolleranti rispetto all’epoca in cui vive e al ruolo da lui ricoperto: l’uomo di chiesa scopre non solo di aver avuto un figlio da un rapporto di gioventù con una nobildonna romana, ma in più questi sarebbe proprio uno dei tre “terroristi” che hanno provocato la morte di ben 25 soldati.
Diviso tra il dovere e le ragioni del cuore, in una Roma sonnolente e incapace di risvegliarsi dal torpore in cui l’ha avvolta il dominio temporale del Papa, per l’anziano uomo verrà il momento di decidere da che parte stare…
