Accuse e repliche al vetriolo a Palermo, dove si combatte una battaglia di ordine culturale e politico
Si potrebbe definire l’intera querelle dell’allontanamento di Luciano Cannito dal Teatro Massimo di Palermo come una delle tante battaglie dell’eterna guerra tra bassa e alta cultura, se gli interessi in ballo non fossero d’ordine eminentemente politico-economico.
L’insegnante di danza dell’accademia di Amici, il programma di Maria De Filippi, è infatti stato licenziato e ha dovuto così abbandonare il posto di direttore del corpo di ballo.
La notizia è arrivata all’improvviso e senza alcun preavviso, lasciando sorpresi sia il fuoriuscito che il pubblico del teatro. I problemi per lo stabile sono anche di natura organizzativa, dato che il balletto Romeo e Giuletta, in previsto per il 20 giugno, è stato sostituito da una Giselle, facendo infuriare gli abbonati e coloro che avevano già acquistato il biglietto.
Dietro questa mossa si percepisce nettamente la mano del sindaco Leoluca Orlando, che ha puntato il dito contro i frequenti impegni televisivi del Maestro che gli avrebbero impedito di svolgere coscienziosamente il suo lavoro.
Le accuse di scarso impegno si sommano anche a quelle di cattiva gestione economica, derivante da sprechi ma sopratutto dai compensi eccessivi per i diritti delle coreografie naturalmente di proprietà intellettuale di Cannito.
Accuse rincarate dalle dichiarazioni di Maurizio Rosso della Cgil, che ha sottolineato invece l’assottigliamento dell’organico a fronte del progressivo protagonismo del direttore.
“È inconfutabile che nei sette anni della direzione Cannito il corpo di ballo del teatro sia passato da un organico di 26 ad appena sei danzatori.
Le produzioni di balletto in cartellone erano appena due l’anno e subivano puntualmente cambi di titoli e protagonisti: Cannito era autore, regista e coreografo di tutti. L’ex direttore non si è mai occupato della costruzione di una sala ballo idonea, preoccupandosi soprattutto di presenziare molti giorni la settimana al programma Amici, malgrado la generosa ricompensa che percepiva dalla fondazione“.
L’ormai ex direttore si è difeso con una lettera al sindaco, come affermato anche in un tweet: “La Cgil di Palermo mi attacca per una lettera che ho scritto in difesa dei lavoratori del Teatro Massimo.
Mistero della fede!”.
Nella missiva, tra i tanti punti toccati, appare preponderante proprio il destino dei professionisti del corpo di ballo che al momento è incerto e traballante, ma Cannito non lesina di ricordare anche i grandi successi della sua gestione, come per esempio la riuscita di (un altro) Romeo e Giulietta con Eleonora Abbagnato:
“Dove sono quei posti di lavoro stabili promessi ai ballerini, motivo di scioperi, manifestazioni di piazza, proteste, spettacoli saltati, disagi sofferti da migliaia di spettatori?
A cosa è servito tutto ciò? A cacciare Cannito? E non sarebbe bastato chiedermelo o dirmelo prima e concordarlo insieme come si fa tra professionisti? È strano però, perché artisticamente con il mio lavoro continuavo ad avere un ottimo consenso di pubblico e di critica e chiunque faccia questo mestiere non dovrebbe avere altre finalità. Qualsiasi teatro del mondo chiede ad un Direttore Artistico del Corpo di Ballo unicamente di avere il teatro pieno, spettacoli di successo e buone critiche.
[…] Cosa sta accadendo al Corpo di Ballo di Palermo? E’ vero quello che si dice nell’ambiente qui a Roma, che si sta tornando alla formula ‘colonia’ delle compagnie straniere che vengono con gli spettacoli già pronti ed inseriscono come contentino i nostri pochi ballerini stabili rimasti nelle loro produzioni ? E poi pian piano quei pochi andranno in pensione e allora si apriranno tante succulente strade di compravendita spettacoli da agenti, distributori, intermediari…
[…] Perché l’attuale gestione del Teatro Massimo ha risolto il problema del rilancio del Corpo di Ballo con il contentino di un contratto solo superiore di un paio di settimane a quello già preventivato prima del suo insediamento? Perché l’attuale gestione del Teatro Massimo sta iniziando ad addurre scuse di mancanza di fondi per l’effettivo rilancio del Corpo di Ballo ed ha drasticamente smentito qualsiasi tipo di assunzione precedentemente promessa? Non fu proprio la mancanza di assunzioni che portò alla lotta unanime dei sindacati ed all’occupazione del teatro per mesi, sfociata nel commissariamento del Teatro Massimo?”
Ultima ma non ultima, una grave questione di legalità legata alle audizioni pubbliche: secondo Cannito grazie al suo interessamento sarebbero divenute assolutamente trasparenti, mentre per la Cgil si sarebbe trattato di uno stato di cose preesistente al suo arrivo, avvenuto 7 anni fa.
Come sempre in questi casi è difficile distinguere le colpe e le responsabilità, essendo in gioco reputazione politica e professionale. Fatto sta che il web, da Twitter a Facebook, si è schierato apertamente con Cannito. Ma sarà solo a causa della sua notorietà televisiva?
Foto: Getty Images



