Lodo Alfano, ciak si gira (e intanto la casa di Montecarlo esce di scena)

Appena pochi giorni fa Silvio Berlusconi dichiarava alla Faz di non volere il cosiddetto Lodo Alfano, cioè lo scudo giudiziario che bloccherebbe tutti i processi che lo vedono imputato per reati molto gravi, quali la corruzione e l’appropriazione indebita. I telegiornali di regime hanno subito rilanciato e amplificato la notizia, avvallando il piccolo bluff ordito dal premier nella vana speranza di far credere agli italiani che nel partito azienda possa davvero succedere che vengano prese delle iniziative all’insaputa del capo e addirittura contro la sua volontà.

Che però Berlusconi abbia tentato questa mossa, che sotto molti punti di vista può sembrare disperata, è significativo di quanto senta la pressione di un’opinione pubblica sempre più disgustata (quella europea) o comunque sempre più smarrita e diffidente (quella italiana). Ad ogni modo il trucco non è riuscito, anche perché l’opposizione ha avuto gioco facile nello sfidare Berlusconi a bloccare il cosiddetto lodo e lasciarsi finalmente processare dai giudici.

E allora ieri è arrivato il contrordine, a pochi giorni di distanza dall’intervista al quotidiano tedesco: ragazzi, mi sono sbagliato, lo scudo giudiziario mi serve eccome, anzi è indispensabile. Poi per i contraccolpi con gli elettori si farà come sempre, ci penseranno i Minzolini e i Mimun ad addolcire la pillola e a nascondere tutto quello che si può (come per esempio i nuovi guai giudiziari che, secondo i bene informati, starebbero per abbattersi sulla testa del Cavaliere). Dunque Berlusconi sembra proprio non avere scelta: a costo di presentarsi di fronte all’opinione pubblica con l’ennesima legge vergogna, come una sorta di latitante per legge, non può permettersi di fare marcia indietro. Il film sul Lodo Alfano è appena agli inizi.

Intanto giunge la notizia che i pm romani che indagavano sulla casa di Montecarlo hanno chiesto l’archiviazione del caso: nessun rilievo penale, nessuna truffa, qua il film sembra proprio arrivato alla sua conclusione. Era tutto ampiamente prevedibile, eppure siamo rimasti mesi inchiodati a discutere di un appartamento di 45 metri quadri con cucina da 4500 euro, seguendo le patacche di due professionisti della disinformazione notoriamente al soldo del premier, che in qualunque altro paese del mondo sarebbero stati messi da tempo a scrivere necrologi.  E che invece continuano ad essere invitati in ogni spazio televisivo (vedi i dati) a fare i promoter del loro padrone.

(Nella foto: il ministro Alfano).

Scritto da Style24.it Unit

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