La Scala programma 2013-2014: stagione prestigiosa e qualche ombra

La crisi tocca anche uno dei teatri più famosi d’Italia

È stato presentato nei giorni scorsi il programma della prossima stagione di uno dei teatri più importanti e celebrati d’Italia, la Scala di Milano.

Si tratta di una sfilza di nomi eccellenti e di opere che non mancheranno di essere apprezzate dagli appassionati, come tradizione di uno dei poli culturali più ammirati d’Europa, ma non mancano criticità e dubbi su un futuro che risente degli influssi della terribile crisi economica abbattutasi sul Vecchio Continente.

Il sovraintendente Stéphane Lissner lo ha annunciato nel corso della conferenza stampa di apertura: verranno allestite 10 opere invece delle 13 dell’anno appena trascorso e già questo mero dato numerico descrive a grandi linee le rinunce necessarie per mantenere in verde il bilancio di un ente che comunque, come ha ribadito il sindaco Pisapia, “per ogni euro investito nella Scala l’indotto ne sviluppa 2,7“.

Le critiche dell’uscente Lissner (nel 2015 volerà all’Opera di Parigi) hanno coinvolto anche le istituzioni, che a suo parere si sono rese ree di una parcellizzazione della distribuzione dei fondi pubblici, “43 milioni su 116, ovvero il 37%; nel resto d’Europa siamo intorno al 50%“, mentre servirebbe una maggiore concentrazione verso le punte di eccellenza.

Tornando al cartellone, per quanto riguarda la lirica il debutto sarà nel segno di Verdi (7 i titoli italiani in scaletta): esordio il 7 dicembre con La traviata diretta da Daniele Gatti per la regia di Dmitri Tcherniakov; sarà poi nuovamente il turno della Cavalleria rusticana di Mario Martone e quindi Lucia di Lammermoor, seguite da Il trovatore e Simon Boccanegra; salto in Russia con La sposa dello zar di Rimskij-Korsakov diretta dal Maestro Barenboim, ristabilitosi dal piccolo incidente che l’aveva fermato; tra le nuove produzioni troviamo invece Les Troyens di Berlioz e la Elektra di Strauss, mentre ancora Baremboim porterà in scena il Così fan tutte di Mozart.

Ricco anche il calendario del ballo, aperto sempre il 7 dicembre da Serata Ratmansky. Vengono poi proposti Le Spectre de la rose di Michail Fokin e La rose malade di Roland Petit. Trovano spazio anche titoli del repertorio classico classico come Il Lago dei Cigni, Don Chisciotte e Romeo e Giulietta. Interessante la Serata Petit, nella quale si vedranno Le Jeune homme et la Mort e il Pink Floyd Ballet.

Discorso doloroso quello sulla successione alla sovraintendenza. Il comune ha infatti aperto un bando pubblico in modo da vagliare in maniera trasparente i possibili nomi dei candidati, ma le usuali trame della politica stanno ritardando il processo di selezione. Tra le ingerenze le più “curiose” sono quelle della Lega Nord che, all’interno di una questione puramente artistica, portano il nazionalismo tipico del partito: al vertice del Teatro alla Scala si vorrebbe dunque un italiano. La decisione – se tutto va bene – verrà presa a luglio ma intanto il ritardo ha portato una paralisi pericolosa nella preparazione delle stagioni future: gli artisti più celebri si sarebbero già impegnati con altri poli più decisi. A Milano potrebbero davvero rimanere le briciole.

Foto: Getty Images

Scritto da Style24.it Unit
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