Quarto episodio per la saga che ha come protagonista colui che è conosciuto come “Il braccio idiota della legge”
Anni e anni passati a lamentarci delle pessime commedie italiane, dei cinepanettoni grevi e volgari al di là di qualsiasi barlume di intelligenza o di buon gusto, delle battute da camionisti, sempre e comunque apprezzati dal pubblico delle grandi occasioni.
E poi ecco arrivare il commissario Torrente a svelarci ciò che in fondo sapevamo già ma che non volevamo ammettere solo per conservare un ultimo sentore di speranza: anche nel resto del mondo piace il pecoreccio.
E piace tanto.
Certo, la pellicola da oggi al cinema viene dalla Spagna (e gli iberici, in quanto a basso corporeo, non sono di certo secondi agli italiani), ma questo non significa che la scoperta sia meno eclatante. La saga dedicata al poliziotto, in questo capitolo divenuto investigatore privato, ha infatti raccolto incassi record.
L’episodio nelle sale italiane è in realtà il quarto, e Santiago Segura ne è il regista, sceneggiatore e interprete principale.
Sua è la responsabilità della nascita del personaggio dell’uomo di legge politicamente scorretto, ignorante, misogino, razzista, gretto, sessita, amorale e donnaiolo che tanto ha divertito le masse.
In questo episodio lo vediamo alle prese con la crisi economica arrivata anche in patria. Costretto ad accettare qualsiasi incarico gli venga proposto, Torrente viene contattato dal suo vecchio conoscente Ramirez, che gli propone un compito insolito: dovrà reclutare e guidare un team di assassini che eliminino il suocero. Non tutto però va come dovrebbe e durante la fuga lo sfortunato uomo finisce in prigione.
Qui dovrà darsi da fare per organizzare un’evasione e per rintracciare chi lo ha tradito.
Piccola curiosità: la versione italiana avrebbe subito dei tagli di alcune scene, giudicate dal regista stesso “sgradevoli, scene che come spettatore non vorresti vedere!“. Incredibile questo attestato di stima da parte dei cugini che vivono oltre i Pirenei!



